«Pizzocolo era schiavo della coca»

«Secondo noi non c’erano né premeditazione né volontarietà»: poco più di un anno fa, il 7 settembre 2013, in un campo di San Martino in Strada era stata trovata, nuda e strangolata, la 18enne romena Lavinia Simona Aiolaiei, e poche ore dopo la squadra mobile della questura di Lodi aveva arrestato, con prove schiaccianti, il ragioniere 41enne di Arese che aveva adescato la giovane “lucciola” su Internet e che ne aveva abusato anche dopo la morte.

Ora l'avvocato difensore Vincenzo Lepre di Milano prepara la sua non facile difesa, in vista del processo in Corte d’Assise che si aprirà la seconda settimana di ottobre a Busto Arsizio. «È stato un gioco erotico finito male», incalza l’avvocato, il che sembra rievocare le uniche dichiarazioni di Pizzocolo ai poliziotti: «È stato un incidente». «Pizzocolo era un tossicodipendente - spiega l'avvocato -: quando fu arrestato le analisi indicavano che aveva in corpo 5mila milligrammi di cocaina, quando di norma se ne trova la metà. Era schiavo della droga da anni, questo gli ha fatto perdere la consapevolezza dei suoi gesti e delle loro conseguenze. Tenendo conto che abusava anche di marijuana».

La pubblica accusa, visto il video realizzato dal ragioniere stesso, ha contestato l’omicidio anche con le aggravanti di crudeltà e futili motivi. «Diverse “lucciole” che erano state con Pizzocolo hanno testimoniato che era un cliente attento e rispettoso nei loro riguardi. Non il “mostro”o il “seriale” che qualcuno ha voluto dipingere. Quel giorno, intossicato, ha perso la testa, porterò 5 esperti per dimostrarlo», conclude la difesa.

La mamma della 18enne è tra le parti civili costituite, con l'avvocato lodigiano Tiziana Bertoli: «Già in udienza preliminare siamo state colpite da tesi difensive che non condividiamo assolutamente, e non si deve pensare che, perché una donna fa questo mestiere, si possa accettare che possa perdere la vita o subire brutalità. Questa vicenda si inserisce nel più ampio e attuale filone dei “femminicidi”, delle donne che diventano un oggetto agli occhi dei loro persecutori. Nelle prove io leggo una condotta lucida e articolata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA