Piano dell’ex Consorzio Agrario di Lodi, un esposto in Procura

La segnalazione è partita da un gruppo di persone vicine al Coordinamento “Lodi vivibile”

Non si placano le polemiche sul piano integrato di intervento approvato nelle scorse ore a maggioranza dal consiglio comunale di Lodi per la riqualificazione dell’ex Consorzio Agrario trasformando il comparto di 27mila metri quadrati in un supermercato con parcheggi e una nuova strada di collegamento tra via Sforza e la stazione ferroviaria: da più fonti risulta che sia stato presentato anche un esposto alla procura della Repubblica di Lodi per chiedere verifiche sull’intera procedura, sottolineando diversi aspetti che a detta degli esponenti andrebbero ancora chiariti. A firmare l’esposto risulta essere stato un gruppo di privati cittadini, che non hanno voluto legare l’iniziativa giudiziaria a sigle politiche ma che hanno seguito da vicino la campagna compiuta nei mesi scorsi dal Coordinamento “Lodi vivibile”. Tra le questioni poste all’attenzione della magistratura non ci sarebbe solo un “promemoria” del contributo che, nei crismi di legge e come pubblicato anche dalla Camera dei deputati, la società Attività Edilizie Pavesi Srl, proponente del piano integrato di intervento (cui dovrebbe seguire l’apertura di Esselunga), risulta aver versato al partito Fratelli d’Italia a livello nazionale, 49.500 euro in tutto, in due tranche il 21 settembre e il 23 ottobre 2020. Si tratta infatti del sistema attualmente legittimo di finanziamento ai partiti, che però non deve influenzare le scelte di amministratori pubblici legati a questa o quella sigla. Piuttosto, gli esponenti inviterebbero a chiarire se davvero ci siano state interlocuzioni tra rappresentanti diretti o indiretti di Aep e la parte politica dell’amministrazione comunale prima del marzo 2019, quando Aep acquistò all’asta l’area ex Consorzio per oltre 9 milioni di euro, battendo una società immobiliare del gruppo Zucchetti che sembra avesse in mente un progetto di tipo alternativo per uffici. Toccherà alla Procura chiarire se nella dialettica tra il Broletto e uno o più soggetti interessati al rilancio dell’area ci sia stata o meno tutta l’imparzialità che è obbligo della pubblica amministrazione. Il Broletto dal canto suo ha più volte rimarcato che tutto è avvenuto nella massima trasparenza.

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