Perché Lodi, Costanza e Fontainebleau?

Costantemente, nel corso del cammino di fraterna amicizia che le città di Lodi, Costanza e Fontainebleau hanno voluto condividere in questi anni, i Sindaci che hanno avuto l’onore di rappresentare Lodi nei momenti che hanno segnato ufficialmente la nascita e la conferma del rapporto di gemellaggio tra le nostre comunità hanno definito quelle giornate come “storiche”. Anch’io posso dirmi onorato di essere diventato parte di questa storia, bellissima e coinvolgente, che dall’incontro di antiche identità, distinte per consuetudini e costumi ma unite dal riconoscimento di valori di libertà e garanzie democratiche per tutti inviolabili, ha saputo portare un contributo concreto allo sviluppo di una cittadinanza europea, promuovendo il dialogo e la cooperazione e coltivando il piacere dell’ospitalità e la cultura della solidarietà.

“Congiungere i nostri sforzi per aiutare nella piena misura dei nostri mezzi il successo di questa impresa necessaria di pace, progresso e prosperità che è l’unità europea”: così si concludeva la solenne dichiarazione di impegno sottoscritta nel 2011 per suggellare il nascente gemellaggio tra Lodi e Fontainebleau, riecheggiando e attualizzando la volontà e gli intendimenti che già 25 anni prima avevano generato l’incontro tra Lodi e Costanza.

È lo stesso impegno che ci ha animati in questi giorni, ho avuto il piacere di sottoscrivere con una convinzione profonda e personale, sostenuta dalla certezza che ciò corrisponde alla volontà delle nostre comunità: volontà di conoscerci per capirci, di confrontarci non solo con rispetto ma con il desiderio di arricchirci reciprocamente, acquisendo gli uni dagli altri esperienze, competenze e contributi che possono favorire un miglioramento della vita di tutti noi, nell’ambito delle relazioni sociali, degli scambi culturali, dei processi formativi ed educativi, dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo economico.

Esprimendo questa convinzione partecipiamo concretamente alla costruzione di un ordine democratico internazionale consapevole tanto dell’importanza delle specifiche identità locali quanto delle opportunità che possono scaturire da una interdipendenza sempre più estesa a livello globale, trovando un punto di equilibrio che rappresenta il fondamento di una vera convivenza pacifica.

Il cammino che Lodi, Costanza e Fontainebleau hanno percorso insieme si basa su queste premesse, che il 2 ottobre ci siamo impegnati a confermare, costruendo una parte essenziale del futuro delle nostre comunità, che a loro volta si inseriscono nel mosaico di identità dell’Europa dei popoli, in un momento in cui più che mai si avverte il bisogno di contribuire alla costruzione di un profondo senso di appartenenza ad una “casa comune” che deve affrontare le difficoltà e le insidie di un periodo di grave crisi economica e sociale. Quest’idea di comune cittadinanza europea, fatta di responsabilità e rispetto, di pace e cooperazione, è sempre più messa alla prova da fenomeni complessi e problematici (da quello dell’immigrazione sino alla disparità di condizioni economiche ed occupazionali) che continuano a restare nella dimensione dell’emergenza per l’incapacità di costruire soluzioni condivise che abbiano come denominatore l’interesse complessivo, mentre troppo spesso prevalgono posizioni isolate, che minano la fiducia dell’opinione pubblica nell’efficacia delle istituzioni comunitarie come strumento di sintesi degli interessi, risoluzione dei problemi e sostegno a una crescita diffusa e quanto più omogenea.

In questo senso non dobbiamo sottovalutare l’importanza dei legami che costruiamo tra le nostre città, perché rappresentano invece un elemento fondamentale per rinsaldare i legami dell’Europa dei popoli.

Promuovendo i gemellaggi, Lodi, Costanza e Fontainebleau (come le migliaia di altre città europee che hanno intrapreso questo percorso) hanno investito sulla speranza di favorire l’incontro tra realtà: quella dei nostri giovani, dei nostri studenti, delle imprese, delle espressioni culturali, dei modelli di convivenza e di partecipazione civica, del vivere quotidiano.

Alle aspirazioni alimentate da questo incontro dobbiamo rispondere con un impegno concreto, in grado di andare oltre la formalità ed il protocollo, fatto di azioni e di vera attenzione reciproca, ben più profonda di una pur gradevole cordialità e della periodica ospitalità.

Chiudersi non aiuta a preservarsi, ma determina solo impoverimento e decadenza: le nostre città si sono aperte l’una all’altra, riconoscendo la connessione ad uno stesso destino, che non nega né comprime le diversità.

Al contrario, l’auspicio che oggi dobbiamo formulare è quello di far crescere nelle nostre comunità la consapevolezza che potremo essere tanto più certi e saldi delle nostre identità quanto più saranno in dialogo con altre identità distinte ma affini.

Solo così la bellissima avventura dell’incontro non sarà fine a se stessa, ma continuerà invece ad emozionarci e ad invitarci a sempre nuove scoperte, come da 30 anni avviene tra Lodi e Costanza e da 5 anni da Lodi e Fontainebleau.

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