«Paullese, l’esperimento non funziona»

Gli automobilisti: «I benefici dei semafori spenti

sono annullati dalla sovrapposizione di traffico alla rotonda del Metro 3». Le proteste continuano

(ore 16.40) La sperimentazione dell’onda verde sulla provinciale 415 Paullese sarà sospesa domani a mezzogiorno. L’anticipazione è arrivata oggi pomeriggio da Giovanni De Nicola, assessore alla mobilità della Provincia di Milano, uno degli enti che hanno deciso il verde fisso, da lunedi 21 ottobre, nel tratto sandonatese della strada. Domani mattina quindi il sistema sarà ancora quello sperimentale, testato in accordo coi comuni della zona. Secondo la Provincia, «una volta smantellata la segnaletica procederemo a ripristinare la viabilità ordinaria». De Nicola constata che «il test è risultato positivo nel senso di marcia Milano-Crema, ma purtroppo pesantemente deficitario in direzione Milano. A questo punto urge mettere a gara, entro l’anno, il completamento del lotto 2 della 415, da Settala a Paullo, e possibilmente la realizzazione di sovrappassi viari».

(ore 10.45) Anche il terzo giorno di sperimentazione non porta buone notizie sulle Paullese e sale rabbia dei pendolari, che bocciano pesantemente l’idea dei semafori fissi sul verde anche attraverso la nostra pagina Facebook e i commenti del nostro sito. Qualcuno ci segnala che oggi la situazione è addirittura peggiore che nei giorni scorsi. Intanto sulla questione interviene anche il sindaco di Peschiera Borromero: questa mattina Falletta ha infatti chiesto ufficialmente alla Provincia di Milano la sospensione immediata della sperimentazione. «Il risultato è drammatico - dice il sindaco di Peschiera - la sperimentazione deve essere sospesa subito, è una scelta sbagliata che sta mettendo in crisi i nostri cittadini. Lo spegnimento dei semafori è solo un palliativo, la vera soluzione per velocizzare i tempi di percorrenza è la realizzazione dei sottopassi in prossimità degli incroci di San Donato. Sarebbe una soluzione più economica rispetto alla bretella Monticello e sicuramente più efficace».

(Ore 9) Esperimento nuova viabilità sulla Paullese: al secondo giorno le code non diminuiscono e i pollici versi aumentano fra chi guida tutti i giorni verso Milano. « I benefici sono annullati dalla sovrapposizione di traffico alla rotonda del metro tre», così il coro dei pendolari. Gli amministratori dal canto loro restano abbottonati e aspettano sabato prossimo per tirare le somme. Il dato di partenza è quello dettato dall’orologio. E cioè che sia lunedi 21 ottobre, primo giorno del nuovo sistema, che ieri, l’impressione generale è stata di un aumento dei tempi di percorrenza, anziché diminuzione, nel senso dall’hinterland verso Milano. Le stime sono ovviamente soggette al punto di vista individuale ma quasi tutte danno una forbice di 25-30 minuti per arrivare da Peschiera Borromeo al centro di San Donato. Fra i quaranta minuti e un’ora considerando l’intero pezzo di provinciale 415 ad ovest dell’Adda, con il peduncolo zelasco e i 10 km sudmilanesi. Al ritorno, nel pomeriggio, pare che le cose vadano meglio (anche perchè chi gira verso San Donato esce sulla destra, nda), ma è la mattina quella che conta e decide. Ma fino a venerdi scorso come andava? A razzo non si è mai filati, ma la memoria dei pendolari ricorda velocità meno pachidermiche.

Anche il sito de “Il Cittadino” ieri è stato perno per tutta la giornata di un crocevia di commenti nei quali prevale la bocciatura e la convinzione che la Paullese «one direction» non funzioni. Il perchè lo riassume per tutti P.P., residente a Bettola di Peschiera Borromeo, lavoratore Eni, pendolare per esattamente 5,2 km da casa sua ai palazzi della cittadella di Enrico Mattei. « Sostanzialmente lo scambio fra il rosso dei semafori che c’erano prima e l’obbligo a girare tutti attorno alla stessa rotonda è a perdere - così il portavoce dei pendolari di Peschiera - In altri termini è peggio convogliare tutto il traffico su un punto solo che spezzettarlo con dei sistemi semaforici». Sulla rotonda di via Marignano quindi convergono, come in una sorta di attrattore stradale, tre diverse direttrici: chi va verso Milano e non entra in tangenziale alla prima rampa; chi si porta verso il piazzale e i silos della metro; chi deve ritornare verso San Donato ma non può più farlo come prima, ai semafori di via Gela e Moro. «Il tappo sandonatese si riflette poi a catena, come in una trasmissione a molle, su tutta l’asta della 415 fino oltre Pantigliate», osserva ancora il dipendente Eni, evidenziando anche un’altra problematica: «la sperimentazione ha sottovalutato il numero di quanti lavorano a San Donato rispetto alla totalità del flusso incolonnato sulla 415. E di quanti vanno al Policlinico di piazza Malan con la loro auto; non basta che i semafori diventino rossi per le ambulanze». Nel frattempo le autorità locali restano a quanto dichiarato già giovedi scorso, presentando l’iniziativa, e cioè che i cinque giorni di spegnimento del rosso «servono a capire e non a prendere decisioni irreversibili».

L’assessore provinciale De Nicola: «Il test è risultato positivo nel senso di marcia Milano-Crema, ma purtroppo pesantemente deficitario in direzione Milano

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