Parco Adda Sud: 17 progetti per i fondi del Recovery Plan

La Regione candida il territorio ai maxi finanziamenti

Ci sono anche 17 progetti approntati nel territorio del Parco Adda Sud tra quelli inseriti nella banca dati di Regione Lombardia e che la stessa Regione ha proposto come possibili rientranti in un possibile Recovery Plan. Nei giorni scorsi infatti l’assessore regionale Fabio Rolfi ha inviato una lettera al ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani proprio per prevedere, all’interno del Recovery Plan, la presenza di progetti riguardanti le aree protette lombarde. «Abbiamo in banca dati regionale 179 progetti per 109 milioni di euro – spiega Rolfi -. Quindi con una priorità verso il potenziamento infrastrutturale degli ambiti di competenza, la valorizzazione ecosistemica e la mobilità sostenibile Chiediamo pertanto una collaborazione istituzionale per la realizzazione di quelli strategici. Confidando quindi nella condivisione della valorizzazione e della fruibilità delle aree protette come applicazione concreta della transizione ecologica».

Tra i progetti lodigiani del Parco Adda Sud troviamo la realizzazione di diversi percorsi naturalistici, tra questi quello da Lodi ad Abbadia Cerreto, il collegamento da Soltarico a Cavenago, da Maleo a Pizzighettone e la rete ciclabile di Castelgerundo, oltre ad interventi utili a garantire la navigazione sul fiume Adda, con riqualificazione di punti d’attracco. Progetti che coinvolgono anche i territori di confine nel lodigiano e del cremasco, con il restyling della Torbiera di Crotta, il percorso ciclopedonale di Credera Rubbiano e una struttura turistico-ricettiva a Formigara. «Abbiamo dunque costituito, per le aree protette, una banca dati dei progetti dei Parchi Regionali, che ho inoltrato al ministro per avere chiaro il quadro della situazione e agire di conseguenza – prosegue Rolfi -. Dalla Lombardia idee e progetti immediatamente cantierabili nelle aree protette e condivisi con il territorio. Nel rilancio economico e sociale del nostro Paese anche aree di pregio come queste protette potrebbero essere infatti meritevoli di una contribuzione attraverso il Recovery Plan. Ciò al fine di un potenziamento delle infrastrutture in chiave sostenibile. Proprio in questo periodo pandemico, infatti, bisogna pensare allo sviluppo di zone, come appunto le aree protette, che saranno sempre più vissute dai lombardi. E quindi, in un futuro non lontano, anche da flussi più numerosi di turisti».

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