Ospedale, la “galleria degli orrori”

I malati della sala

di emodinamica sono

costretti a passare

tra i medici in coda

per la pausa pranzo

Le barelle dei malati cardiopatici che passano in mezzo agli operatori in coda per la mensa. Le scale di sicurezza del Maggiore riempite di montagne di sigarette e i balconi dei reparti che annegano nei rifiuti e nelle macerie lasciate lì dal cantiere, come mostra la foto scattata al primo piano dell’ospedale. Poi ci sono la tappezzeria della nuova hall, di fronte alla farmacia, quasi nuova e già strappata e il cortile dell’ospedale trasformato in un cantiere infinito, complici anche i lavori del teleriscaldamento. Sono alcuni dei nei di un ospedale che dietro alla facciata nuova di pacca nasconde alcuni sintomi di trascuratezza.

Il più evidente è dato proprio dalla mensa. L’Azienda ospedaliera ha previsto la ristrutturazione, ma non nell’immediato. La mensa è finita già sotto accusa per i suoi spazi ristretti. Il problema più importante, però, è che le barelle che trasportano i pazienti in entrata e uscita dall’adiacente sala dell’emodinamica passano in mezzo a medici e infermieri in coda. I locali sono quelli, forse non sufficientemente puliti, dell’ex mammografia, nei sotterranei.

Le scale di sicurezza, invece, sono scambiate per un posacenere. Di chi sono tutti quei mozziconi e perché nessuno pulisce? La domanda è più che lecita.

Così come è lecito chiedersi perché il balcone al primo piano sia pieno di macerie.

Insomma, se la facciata dell’ospedale è da “superstar”, complice una spesa di alcuni milioni di euro (soldi pubblici), ci sono parti del presidio che non lo sono.

La scala mobile del nuovo e ampio ingresso è ferma dallo scorso 22 gennaio, data dell’incidente che vide un bambino finire con il piede negli ingranaggi. L’impianto di discesa non è ancora stato riaperto e ieri si è interrotto anche il funzionamento della rampa di salita. Nell’atrio non è presente una scala tradizionale e per accedere ai piani superiori è necessario dunque fare la coda agli ascensori (che spesso si fermano), oppure entrare da via Secondo Cremonesi. Insomma, un vero pasticcio.

La scala che porta nei locali dei donatori Avis, presso l’ex dispensario, invece, è stretta e quando le persone si sentono male a causa del caldo vengono trasportate a fatica dagli operatori del 118. I pazienti del dipartimento di salute mentale sono collocati al Fissiraga, in una posizione angusta.

La neonatologia, invece, ad oggi è abbandonata nell’ex maternità. Se la pediatria, infatti, si è trasferita negli spazi ristrutturati del Maggiore, la patologia neonatale resta lì isolata, in mezzo agli uffici amministrativi. Il generatore di emergenza va a cherosene e scarica nelle prese d’aria della risonanza magnetica e alcuni locali del pronto soccorso pediatrico sono senza finestre.

Più volte, poi, è stata denunciata con forza la presenza di furti ai danni di malati e operatori e la mancanza totale di sicurezza. Fino a prevedere un accordo tra forze dell’ordine e amministrazione per un piano di controllo dentro e fuori dall’ospedale.

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