Omicidio Dorvos, restano tutti in cella

Il gip conferma il carcere per quattro

Restano tutti in carcere a San Vittore i quattro romeni arrestati dai carabinieri di San Colombano e della compagnia di San Donato Milanese per il brutale omicidio di Emil Dorvos, il muratore romeno 41enne massacrato a colpi di mattonella, bastonate e calci nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 marzo all’ingresso della sua abitazione presa in affitto nella frazione di Coste de’ Grossi a San Colombano al Lambro. Ad assistere al massacro la moglie e anche il figlio della vittima, uno studente di appena 16 anni. Il gip milanese Cristina Mannocci ha vagliato per alcuni giorni le istanze di scarcerazione presentate dal difensore d’ufficio Ilaria Spinelli di Lodi, che in particolare sottolineava l’estraneità di uno dei quattro fermati all’esecuzione materiale dell’omicidio: si tratta di un romeno che sosteneva di essersi allontanato in auto, quando le cose si stavano mettendo male ma Dorvos era ancora vivo, assieme agli altri tre connazionali tra i 18 e i 27 anni che sono invece indagati a piede libero, e che per questo chiedeva alla magistratura un trattamento più mite. Invece è in carcere alla pari degli altri presunti picchiatori, tutti tecnicamente accusati di omicidio volontario aggravato in concorso. I loro nomi sono Catalin B., 41 anni, che avrebbe colpito l’uomo con una mattonella in volto, Vincentiu G., 40 anni, Jonut Marius F., 21, e Madelin V., 22. Il gip di Milano ha convalidato tutti e quattro i fermi, poi ha rimandato il fascicolo al Lodi, all’attenzione del pm Delia Anibaldi. L’avvocato Spinelli, affiancata dalla collega Adele Burinato, resta ora difensore di uno dei quattro in carcere, e di due degli indagati a piede libero. Gli altri tre arrestati, uno dei quali in passato aveva abitato presso Gorla Minore, nel Varesotto, si sono invece ora affidati all’avvocato Samuele Genoni del foro di Busto Arsizio, che spiega: «Stiamo valutando l’appello al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione, per il resto non ci sono stati nuovi interrogatori e attendiamo gli sviluppi delle indagini, in base all’autopsia e anche alle impronte trovate sui corpi contundenti usati contro la vittima». Il legale bustocco ha anche approfondito con i suoi assistiti il movente della brutale aggressione: «Ma non ritengo opportuno per ora rendere noto quanto emerso». Mentre il terzo indagato a piede libero ha incaricato un altro avvocato lodigiano, Giacomo Badinotti; proprio il movente resta il “giallo” ancora irrisolto dell’aggressione mortale.

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