Ogni giorno muoiono tre aziende

Nel primo trimestre

del 2013 il territorio

ha perso 269 ditte:

«I comuni lodigiani

non sottraggano altra

liquidità alle imprese»

Un nuovo inizio. È quello che si aspettano gli artigiani del Lodigiano ed è anche il titolo del Rapporto 2013 presentato ieri dalla Confartigianato della Provincia di Lodi. Un dossier ricco di informazioni sull’economia del territorio, che fornisce un quadro in chiaroscuro, nel quale il numero delle imprese artigiane cala e l’accesso al credito resta sempre difficoltoso, e al tempo stesso segnali positivi arrivano dall’export (ma solo nel 2012) e dai settori dell’agroalimentare e della green economy (solare ed energie alternative).

Prima di tutto i numeri, contenuti nel dossier e riassunti dalla ricercatrice Licia Redolfi e dal responsabile della sede di Lodi di Confartigianato Mauro Parazzi. L’economia lombarda arranca e lo dimostra il primo trimestre 2013, nel quale il Pil ha chiuso in territorio negativo, -2,4 per cento. La proiezione su tutto il 2013 è quella di perdere un punto percentuale e dunque nei successivi trimestri dell’anno la situazione dovrebbe migliorare. Il dato più allarmante riguarda le chiusure. Nel primo trimestre 2013 la massa complessiva delle imprese artigiane della provincia di Lodi è diminuita di 269 attività rispetto al primo trimestre 2012. Volendo sintetizzare: è come se da gennaio a marzo 2013 avessero chiuso i battenti tre artigiani al giorno.

A pagare il prezzo più alto è stato il settore delle costruzioni, che ha lasciato sul campo 206 aziende (-6,7 per cento). A seguire il manifatturiero (43 imprese scomparse, -3,8 per cento). L’artigianato rimane comunque la colonna portante dell’economia lodigiana: le 5.831 ditte artigiane attive rappresentano il 33,3 per cento del totale delle imprese del territorio.

Proprio in ragione delle dimensioni del comparto, il segretario provinciale di Confartigianato, Vittorio Boselli, ha chiesto maggior senso di responsabilità ai comuni. «Gli enti locali - ha detto - non hanno la forza né i progetti, per rilanciare l’economia, ma almeno non sottraggano altra liquidità alle imprese». Il riferimento alla tassazione è evidente: Boselli ha infatti spiegato che la maggior parte dei grandi comuni lodigiani (a esclusione di Sant’Angelo) ha aumentato l’aliquota Imu sulle attività produttive.

Massimo Forlani, presidente uscente della Confartigianato e ieri al suo ultimo intervento pubblico, ha chiesto più coraggio agli artigiani: «La crisi è anche frutto della resistenza al cambiamento degli imprenditori». Forlani ha citato l’esempio delle ditte «che sono entrate nel settore della green economy quando questo business stava già morendo», quando cioè è cambiato il meccanismo degli incentivi. «Eppure - ha aggiunto - già negli anni novanta Confartigianato aveva iniziato a parlare di solare».

Lorenzo Rinaldi

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