Nuovo sindaco di Lodi: 5 variabili non trascurabili

L’editoriale del direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi

A campagna elettorale iniziata - e in attesa di conoscere se si voterà a fine maggio o inizio giugno - è possibile abbozzare qualche ragionamento sulla ormai prossima competizione per il Comune di Lodi. In particolare possiamo indicare cinque fattori che potrebbero influenzare l’orientamento del voto, sui quali, dobbiamo ammettere, esiste ancora ampia incertezza.

Uno. Quanto è forte il vento della Lega? Cinque anni fa, con una città smarrita che usciva dall’arresto del sindaco e dal successivo commissariamento, il traino nazionale di Salvini ha tirato la volata a Sara Casanova. Che infatti ha vinto con ampio margine sfruttando - anche - il “contesto paese”. Oggi questo vento è ancora così forte? Stando ai sondaggi parrebbe di no, ma non è la prima volta che le rilevazioni demoscopiche “non ci azzeccano”, per dirla alla Di Pietro.

Due. Quanto è realmente ampia l’area che, con una semplificazione giornalistica, potremmo definire del “dissenso”? Le mobilitazioni sul caso mense, sull’Isola Carolina e ora sul progetto ex Consorzio agrario/Esselunga hanno fatto molto rumore; ma quale sarà il reale peso elettorale di coloro che le hanno promosse e di chi è sceso in piazza? E quanto vale al contrario l’elettorato silenzioso (potenzialmente favorevole a Casanova) che è alternativo al “dissenso” e che potrebbe rappresentare l’arma in più del sindaco uscente?

Tre. I giovani andranno a votare? E in caso affermativo, sceglieranno un giovane come loro (Andrea Furegato)? La variabile giovanile non è trascurabile, perché il voto di appartenenza è meno sentito fra gli under 30 e soprattutto in questi ultimi anni, con un clima di antipolitica montante, l’elettorato giovane è estremamente mobile, meno ancorato alle ideologie.

Quattro. Il voto moderato. È assai probabile che diventerà sindaco chi saprà intercettare al meglio il voto moderato, che non si richiama agli estremi più “muscolari” dei partiti e delle civiche di destra e di sinistra ma si colloca al centro. Stiamo parlando di almeno 5 mila voti, secondo i calcoli degli addetti ai lavori, che è difficile - ma non impossibile - spostare. Cinque anni fa parte del voto moderato si era riversato sulle tre liste civiche del vicesindaco Lorenzo Maggi, che aveva drenato numerosi consensi da una Forza Italia in caduta libera ma anche dal centrosinistra. Oggi sia Casanova che Furegato puntano a sfondare al centro, prova ne sono alcune delle numerose liste civiche già presentate o in fase di costruzione.

Cinque. Le due coalizioni saranno in grado di mobilitare il proprio elettorato? In altre parole, quanto influirà sul voto l’astensionismo. Lo scorso ottobre, in occasione delle amministrative a Milano e Roma, abbiamo vissuto una pessima pagina di democrazia, con un astensionismo mai visto prima alle Comunali. Certamente la pandemia ha influito. Oggi il quadro è differente, perché il Covid sembra mollare la presa e la voglia di socialità è esplosa. Si può fare campagna elettorale vecchio stile, si possono organizzare banchetti per le strade, confronti, assemblee, si può tornare al volantinaggio porta a porta con i “santini” (sembrerà una pratica polverosa ma paga sempre, specie nei quartieri popolari). Più crescerà l’affluenza e più Furegato avrà possibilità di contendere al sindaco uscente lo scranno più alto del Broletto. Non a caso il centrosinistra schiererà 8 liste, dunque una capacità di penetrazione robusta. E non a caso anche nell’area della Casanova ci si sta attrezzando per costruire civiche competitive, in grado di portare fieno aggiuntivo ai tradizionali partiti Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Ps. L’analisi odierna si concentra sui due candidati sindaco che numeri alla mano hanno maggiori possibilità di vittoria. Esiste un terzo candidato sindaco, Lorenzo Bruno, che ha annunciato la discesa in campo con una lista civica. E si prospetta una quarta candidatura, sotto l’egida del movimento Italexit.

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