Nel Lodigiano sono ancora troppe le vittime della strada

Aci e Istat consegnano una maglia nera ai conducenti, dati peggiorati rispetto a nove anni fa

Sulle strade del Lodigiano si continua a morire troppo: lo evidenzia il rapporto Aci - Istat che annovera quella di Lodi tra le venti province d’Italia nelle quali il numero dei morti è aumentato rispetto al 2010, le altre sono Chieti, Cosenza, Avellino, Piacenza, Gorizia, Imperia, Savona, Brescia, Como, Macerata, Isernia, Asti, Bari, Enna, Ragusa, Trapani, Bolzano, Trento e Belluno.

Comunque nel Lodigiano il tasso tendenziale di mortalità dei sinistri viene dato da Aci come in diminuzione di un quarto in nove anni mentre il saldo della variazione complessiva dei morti su anno totalizza 7. L’indice di mortalità ogni 100 sinistri in provincia di Lodi si è assestato lo scorso anno a 1,95, ponendosi lievemente al di sopra della media nazionale che era a 1,84, e a livello lombardo a 1,35, con le strade lodigiane che hanno contato 9 deceduti sul totale dei 461 sinistri rilevati dalle forze dell’ordine e che hanno provocato un totale di 708 feriti. Nel 2018 però in numeri assoluti era andata anche peggio, con 507 sinistri rilevati, 8 morti e 839 feriti, ma a conti fatti il tasso di mortalità era stato inferiore, 1,57%, anche se c’erano stati 46 incidenti e 131 feriti in più, ma un decesso in meno.

Il costo sociale calcolato dall’Aci per i sinistri con persone in provincia di Lodi è stato nel 2019 di 48,49 milioni di euro, di 3 miliardi di euro e 890 milioni per la Lombardia e di 16,8 miliardi di euro a livello nazionale. Nel 2019, sulle strade italiane, si sono registrati 172.183 incidenti con lesioni, che hanno causato 3.173 decessi e 241.384 feriti: in media, 472 incidenti, 9 morti e 661 feriti ogni giorno.

I DATI DEL MILANESE

Le statistiche provinciali, elaborate da Aci e Istat riguardo alla provincia di Milano indicano invece per il 2019 13.607 incidenti con 106 morti e 18.097 feriti, ma l’indice di mortalità è meno della metà di quello del Lodigiano, precisamente 0,78, dato che nel Milanese un maggior numero di sinistri avviene su strade urbane e quindi a velocità medie inferiori. Nel 2018 c’erano stati invece 196 incidenti, 10 morti e 249 feriti in più all’ombra della Madonnina.

L’obiettivo europeo è di chiudere il 2020 dimezzando il numero di morti sulle strade, ma l’Italia, salvo alcune province, ha chiuso il 2019 molto lontano, con una diminuzione tendenziale del 22%, che è valsa comunque 6.037 vite salvate.

Forse il lockdown sotto questo profilo darà una mano: a settembre i primi conteggi del 2020 indicavano un crollo dell’incidentalità per alcuni mesi con punte fino all’80% e una diminuzione di incidentalità e mortalità di circa il 30%.

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