Nel Lodigiano il rapimento della escort

L’indagine sul dentista arrestato per il sequestro

Il primo tentativo di rapimento della escort milanese per costringerla ad abortire, organizzato dal suo facoltoso convivente, avvenne nel Lodigiano, in particolare in un ristorante di Brembio. É quanto emerge dalle carte dell’indagine che ha portato, martedì mattina, all’arresto di cinque persone fra cui un noto dentista di San Colombano e un manager della Deutsche Bank.

Quest’ultimo, in base a quanto sostenuto dall’accusa, avrebbe cercato più volte convincere la ragazza ad abortire. Ma lei si è sempre rifiutata (aveva già avuto un aborto in passato) e così è passato alle maniere forti. Quel figlio “scomodo” infatti rischiava di macchiare la sua reputazione di banchiere e per questo non doveva nascere, ad ogni costo.

Per organizzare il suo piano, quindi, avrebbe chiesto aiuto all’amico dentista, A.M. di 58 anni, originario di Miradolo Terme e con studi a Pieve Porto Morone e San Colombano, che lo avrebbe messo in contatto con tre pregiudicati, due italiani e un sudamericano.

Il 13 dicembre 2010, quindi, questi entrarono in casa della escort, a Peschiera Borromeo. P.M. aveva assicurato che lì avrebbero trovato un tesoro di oltre un milione di euro. In cambio dei soldi, però, avrebbero dovuto prendere a calci sulla pancia la donna (una 29enne veneta) per farle perdere il figlio. Ma del tesoro non c’era traccia: in casa trovarono solo poche migliaia di euro e così se ne andarono senza farle del male. Lei non sospetta che dietro quella rapina ci sia proprio il suo uomo e infatti subito dopo, spaventatissima, corre da lui.

Meno di tre mesi più tardi, scatta il primo tentativo di rapimento. Il manager dà appuntamento alla ragazza (che nel frattempo è arrivata al settimo mese di gravidanza) il 4 marzo 2011 in un ristorante di Brembio. C’è anche il dentista, che si siede a un tavolo vicino, mentre fuori, nella penombra, i tre malviventi sono pronti a rapire la escort quando uscirà sola. Ma qualcosa va storto, i tre vengono notati e così il piano fallisce di nuovo.

Due giorni dopo, il 6 marzo, i tre tornano all’attacco. Si avventano sulla ragazza davanti al box della casa del manager, in zona San Siro a Milano, la minacciano con la pistola e la costringono a salire sulla loro auto. Poi la portano in un casale nel Pavese, messo a disposizione dal dentista. Qui avrebbe dovuto essere aggredita, ma la sua bellezza e la gravidanza fanno “breccia” fra i rapitori, uno dei quali si intenerisce e si innamora. Lei promette ai tre più soldi di quelli offerti da M.P. e così riesce a salvarsi. Registra un video in cui dice al suo uomo di aver perso il bambino. Così guadagna tempo e riesce a portare a termine la gravidanza. Il bimbo nasce, ma non viene riconosciuto dal padre.

Un’amica della 29enne racconta quanto accaduto ai carabinieri. La escort viene convocata e dopo cinque interrogatori racconta tutto. Le indagini successive portano ai cinque arresti di martedì per “sequestro di persona a scopo di estorsione”. Accuse che dovranno essere provate dalla procura. Durante le perquisizioni, sono saltate fuori anche due pistole e un fucile detenuti illegalmente.

Davide Cagnola

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