Nasce il cemento mangia smog

Sviluppato assieme a Italcementi, il brevetto Tx Active fotocatalizza ossidi di azoto: un test sui piloni a Lambrate

Ha inventato il calcestruzzo “mangia smog”, e ora potrebbe vincere l’European inventor award, ovvero l’“Oscar” dell’innovazione tecnologica che sarà assegnato il 17 giugno a Berlino. Quel che è certo è che una ribalta internazionale l’ha già prenotata: quella di Expo 2015, in cui spiccherà il Padiglione Italia costruito anche con il “suo” cemento. O, per essere precisi, con un cemento biodinamico che conterrà il principio attivo “mangia smog” frutto della sua ricerca, il Tx Active. È un brevetto, quello del professor Luigi Cassar - chimico dal robusto curriculum, nato a Tripoli 76 anni fa, da trenta residente a San Donato con la moglie e una delle tre figlie - di cui si sta occupando tutto il mondo.

Messo a punto con il team di ricerca di Italcementi, consiste in una miscela di cemento e fotocatalizzatori che attraverso la luce del sole agisce sugli inquinanti del manufatto e riduce la quantità di ossido di azoto nell’aria. Significativa la motivazione con la quale l’European inventor award ha inserito il nome del ricercatore italiano nella rosa dei pretendenti al prestigioso riconoscimento: «Il cemento di Cassar ha un valore inestimabile per la qualità della vita nelle città di tutto il mondo. È un prodotto estremamente appetibile per tutti i progetti di costruzione e rigenerazione urbana». Appetibile, sì. E si spera anche brevettabile su larga scala. «Se in una città come Milano - spiega Cassar - il 15% delle superfici a vista fossero rivestite con prodotti a base di cemento contenenti Tx Active, l’inquinamento dell’aria sarebbe ridotto di circa il 50%. Le nostre ricerche hanno anche dimostrato che applicare mille metri quadrati di prodotto è come piantare ottanta alberi sempreverdi, oppure eliminare l’inquinamento provocato da 30 veicoli a benzina». Comunque andranno le votazioni della giuria di Berlino, il cemento “mangia-smog” è già realtà, come certificato dai lavori dello svincolo di Lambrate sulla Tangenziale Est di Milano, sulle cui pareti, primo caso in Italia, è stata applicata una soluzione a base di Tx Active.

Di riconoscimenti Cassar ne ha ricevuti molti nel corso della sua attività di ricercatore. Ma è forse questo che più di ogni altro lo inorgoglisce. Di essere finalista a Berlino non se l’aspettava. «È stata una sorpresa anche per me - dice -. Quando ho ricevuto la mail degli organizzatori quasi non ci credevo. Poi ho fatto festa con la famiglia. La speranza è che questo riconoscimento possa dare una spinta agli investimenti sulla ricerca, di cui c’è molto bisogno. Una volta i ricercatori erano più sostenuti dalle istituzioni e i giovani trovavano subito lavoro, venivano addirittura catturati prima che si laureassero». Una volta, quando il mondo non girava al contrario.

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