Morte in corsia, almeno 5 indagati

Sono almeno cinque i sanitari in servizio presso l’ospedale Predabissi di Vizzolo iscritto sul registro degli indagati per la morte di Cesare Monguzzi, il 71enne di Dresano soccorso in “codice giallo”, quindi secondo il “118” non in imminente pericolo di vita, alle 17.27 di giovedì e dichiarato morto in ospedale alle 23.20. Stamane si terrà l’autopsia disposta dal pm di turno Giampaolo Melchionna e nelle scorse ore è stata formulata l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Ma sia questa ipotesi sia l'iscrizione a “modello 21” dei medici sono, chiariscono gli inquirenti, un semplice atto dovuto, che non presuppone alcuna colpa: una scelta tecnica per permettere agli indagati di partecipare all'autopsia, se lo ritengono, con un proprio consulente di parte.

La procura della Repubblica di Lodi sembra aver seguito il criterio di informare delle indagini in corso tutto il personale che ha avuto un ruolo significativo nel trattamento del paziente, compreso un infermiere che si è occupato del “triage”, cioè della prima valutazione del 71enne che, comunque, risulta sia stato visitato una prima volta appena dieci minuti dopo il suo ingresso in ospedale, dove è arrivato in ambulanza. Non risultano indagati il medico che ha stilato il referto in cui si accerta il decesso né uno psichiatra chiamato per un consulto. L'ipotesi degli inquirenti è che il pensionato soffrisse di un’intossicazione acuta da farmaci, non è chiaro se per un’assunzione con sovradosaggio volontaria o per cause accidentali o reazioni allergiche.

Alcuni dei suoi vicini di casa in via Mantova a Dresano non credono che volesse togliersi la vita: padre di due figli, separato, era arrivato nel condominio dalla Brianza poco più di un anno fa, e aveva fatto eseguire ingenti lavori di ristrutturazione per adattare la casa. Con lui abitava una donna straniera, più giovane, con la quale spesso veniva visto uscire per lunghe passeggiate, e che giovedì sarebbe uscita al mattino per fare la “colf” per rientrare poi nel pomeriggio. Quando la si è sentita urlare e, poco dopo, è arrivata l’ambulanza: all’uscita dal condominio, sulla barella il 71enne sembrava dormisse.

Probabilmente, si dice nel condominio, la donna lo ha trovato già a terra semincosciente e ha allertato i soccorsi. Sembra che l’uomo da tempo assumesse numerosi farmaci a scopo terapeutico.

La procura intende chiarire se sia stato sottoposto o meno a lavanda gastrica, un trattamento che nei primi atti al vaglio del pm non risultava evidenziato, e se andasse, o meno, effettuata. La notizia del decesso era giunta ai carabinieri che venerdì mattina avevano trasmesso una prima informativa ai pm. Non è chiaro, per ora, se si sia trattato di un’iniziativa autonoma dell'Azienda ospedaliera, che ha avviato un’inchiesta interna per fare chiarezza sull’accaduto, o se invece sia stato un parente o un conoscente del 71enne a interessare le forze dell’ordine per chiedere una valutazione dell'accaduto da un punto di vista esterno all'ospedale. Nelle prime ore del ricovero si era valutato un trasferimento all'ospedale di Codogno perché non c’erano posti disponibili in rianimazione al Predabissi; il trasposto non risulta effettuato perché un letto si era poi liberato all’improvviso. Solo oggi sarà possibile fissare i funerali.

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