MELEGNANO L’ex sindaco Bertoli dopo il voto va all’attacco: «Con il sostegno del Pd avrei vinto»

«Il partito ha rinunciato al suo candidato per un ruolo subalterno alla sinistra»

«Se il Pd mi avesse sostenuto, me la sarei giocata con Vito Bellomo, al quale lascio un’eredità importante». Reduce dalla sconfitta alle comunali del 12 giugno, il 60enne ex sindaco Rodolfo Bertoli si toglie... qualche macigno dalle scarpe dopo la clamorosa rottura dei mesi scorsi con i Dem. «A causa della strategia fallimentare Pd - sono le sue parole -, che ha rinunciato al suo candidato sindaco e optato per un ruolo subalterno alla sinistra, gran parte del voto moderato è andato al centrodestra con Melegnano Lab e Forza Italia». Sostenuto da due liste civiche, alle comunali Bertoli ha preso il 13,43 per cento dei voti contro il 32,69 per cento di Marina Baudi appoggiata dal Pd con il fronte progressista. «Con i Dem perno del progetto politico-amministrativo, nel 2017 avevamo invece sconfitto al ballottaggio l’intero centrodestra allora guidato da Raffaela Caputo con le sole liste di Pd e Rinascimento Melegnanese - incalza Bertoli -: sostenendo la mia candidatura e le politiche promosse in questi anni, il Pd e il centrosinistra avrebbero insomma potuto giocarsela alle comunali. In campagna elettorale la bontà della nostra azione è stata riconosciuta dallo stesso Bellomo, che si è detto favorevole sia ai progetti urbanistici sulle aree San Carlo e Bertarella sia al piano strategico in tema di scuole. Sul fronte del Pnrr lasciamo in eredità l’ospedale di comunità e il “tesoretto” da 2,5 milioni di euro sul capitolo scuole, ma anche la nuova via Conciliazione e la navetta intercomunale hanno incassato l’apprezzamento del neosindaco. Il caso più clamoroso è rappresentato dal nostro bilancio di previsione che, bocciato senza motivo prima delle elezioni, giovedì sera verrà ripresentato tale e quale dal nuovo esecutivo». Capogruppo di Progetto Melegnano con l’ex vicesindaco Ambrogio Corti, il 60enne Bertoli assicura un’opposizione senza preclusioni di sorta, pronta a votare i provvedimenti nell’interesse della città, ma senza sconti per nessuno. «Quanto infine ai rapporti con il Pd, che mi ha sospeso per due anni e nel quale non sono interessato a rientrare, potrebbero riprendere qualora si prendesse atto della fallimentare politica che ha portato alle comunali e vi fosse un’assunzione di responsabilità dell’attuale classe dirigente - conclude -. Come futuri leader immagino figure che in questi mesi hanno mantenuto ruoli super partes, in queste condizioni sarebbe possibile riallacciare una collaborazione per dare in futuro un’alternativa all’esecutivo di centrodestra».

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