MELEGNANO In prima linea contro il Covid, il dottor Suprani diventa “cavaliere”

Sabato scorso a Milano la consegna del riconoscimento al medico 63enne che negli ultimi 3 anni ha guidato i sei pronto soccorso dell’Asst di Pavia

«Dopo il drammatico anno e mezzo del Covid, è un riconoscimento che mi riempie di grande orgoglio, abbiamo curato oltre 2mila pazienti affetti dalla grave pandemia». In pensione dal primo agosto 2020 dopo essere stato direttore di sei pronto soccorso negli ospedali del Pavese durante la prima ondata del coronavirus, il 63enne dottore di Melegnano Alessandro Suprani racconta così il titolo di cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana consegnatogli sabato a Milano dal prefetto Renato Saccone alla presenza delle autorità civili, militari e religiose. Una volta conseguita la laurea con lode all’università “La Sapienza” di Roma, dove ha frequentato la scuola di specializzazione in otorinolaringoiatria, per nove anni Suprani è stato medico militare sino al grado di capitano, servizio che ha svolto prevalentemente in Lombardia: dopo essere stato per 26 anni medico del pronto soccorso all’ospedale Predabissi di Vizzolo, per un triennio ha guidato i sei pronto soccorso dell’Asst Pavia, periodo durante il quale ha avuto alle proprie dipendenze 45 medici e oltre un centinaio tra infermieri e operatori socio-sanitari. «Già dal gennaio 2020 abbiamo anticipato una serie di misure di prevenzione e protezione per i malati e gli stessi operatori sanitari, a cui si è accompagnata la gestione in modo innovativo di oltre 2mila pazienti accolti nei pronto soccorso dell’Azienda sanitaria - sono le sue parole -: forte dell’esperienza maturata in oltre un trentennio, sono stato poi tra gli organizzatori dell’hub vaccinale di Vizzolo, dove per tre mesi mi sono occupato della somministrazione delle dosi per conto dell’Asst Melegnano Martesana». Con l’impennata della campagna vaccinale e l’arrivo della bella stagione, i numeri dei contagi sono in costante calo, ma il dottor Suprani invita nuovamente ad essere cauti e attenti. «Temo un nuovo prossimo incremento legato alle varianti Delta e Kappa e all’allentamento delle misure di contenimento - continua -: chi completa la vaccinazione con le due dosi ha in ogni caso poche probabilità di infettarsi e ancor meno di ammalarsi gravemente, tutto questo al momento vale anche per le varianti più contagiose. In vista del tanto temuto autunno, a mio avviso diventa fondamentale pre-occuparsi, inteso però come occuparsi prima: se lo avessimo fatto adeguatamente negli anni scorsi con un piano pandemico aggiornato, scorte sufficienti di dispositivi di protezione e soprattutto meno tagli alla sanità pubblica, forse non avremmo avuto 130mila morti da Covid». L’ultimo pensiero del neocavaliere è per la prestigiosa onorificenza conseguita in questi giorni, che gli è stata assegnata proprio per il ruolo di primo piano giocato nella prima ondata della pandemia. «È un riconoscimento che mi riempie di grande orgoglio, voglio condividerlo con gli operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid, che in questi mesi drammatici hanno vissuto momenti di tristezza, frustrazione e impotenza - conclude -: nonostante tutto, però, hanno dimostrato uno straordinario spirito di dedizione, diventando dei veri e propri angeli per tutti noi».n

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