Matrimonio tra Lgh e A2A, per Lodi un “tesoretto” da 21 milioni

Stretta finale sull’accordo di fusione delle partecipate

Matteo Brunello

Una partita che per Lodi vale 21 milioni di euro. È ormai arrivata alla stretta finale l’operazione di fusione tra Lgh e A2A, il colosso milanese di energia e ambiente. Il passaggio decisivo sarà il voto in consiglio comunale, ieri pomeriggio si è tenuto un approfondimento in commissione capigruppo.

La proposta della multiservizi Milano-Brescia è così strutturata: complessivamente i soci pubblici di Lgh (tra cui Lodi, attraverso la partecipata del Broletto, Astem spa, guidata da Oscar Ceriani) otterranno il 2,75 per cento delle quote di A2A, una partita che solo per Lodi vale lo 0,36 per cento delle quote di A2A, che alla quotazione di borsa di ieri di A2A si aggira sui 21 milioni di euro di valore per il capoluogo. L’accordo è molto complesso e prevede un percorso ben definito: dopo l’esame degli atti della proposta di fusione da parte dei soci di minoranza di Lgh, il 49 per cento, che sono i soci pubblici (le partecipate di Lodi, Crema, Cremona, Pavia, Rovato), si avvicina la parte autorizzativa, con le delibere dei consigli comunali e quelle dei consigli di amministrazione delle ex municipalizzate.

Le questioni sul piatto sono diverse: si va dalle ricadute economiche, con il valore del pacchetto azionario e la sua destinazione futura, e le conseguenze sui servizi, tenendo conto che su Lodi opera Linea gestioni che si occupa della raccolta e smaltimento rifiuti e c’è anche Ld reti, società che svolge l’attività di distribuzione del gas naturale.

In realtà la possibilità della fusione era già stata indicata all’atto dell’acquisizione di Lgh da parte di A2A e inizialmente era stata fissata per l’agosto del 2019, ma c’è stata una proroga di due anni e ora nel corso del 2021 potrebbe diventare realtà.

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