MALEO «Passaggi a livello come il terno al lotto: non ci passo più neanche se mi pagano»

Tra la gente della Bassa serpeggia la paura dopo l’ennesimo guasto a un dispositivo segnalato da un automobilista martedì all’alba

Non si fidano più. E così nella Bassa Lodigiana, dopo la segnalazione di martedì delle barre alzate all’arrivo del treno al passaggio a livello Codogno-Maleo, gli abitanti non percorrono più la provinciale 234 tra i due Comuni e scelgono la nuova tangenziale anche a costo di allungare il tragitto. «Altrimenti vai in stazione, ti fai dare gli orari dei treni e se per esempio il treno parte alle 12.15, parti cinque minuti dopo», ironizza Nando De Vecchi di Maleo.

Una provocazione la sua che esprime il terrore che serpeggia dopo l’ennesimo presunto guasto di martedì all’alba, quando un 50enne codognese diretto al lavoro ha trovato le stanghe alzate mentre sopraggiungeva il treno e solo scorgendo le luci ha rallentato in tempo. A Ferragosto allo stesso modo aveva perso la vita la 34enne di Pizzighettone Elisa Conzadori e da allora si contano almeno altri due casi simili: a Roggione di Pizzighettone e a Grumello Cremonese. Troppi per far finta di niente. E tra la gente non ce n’è uno che non opti per la nuova tangenziale da Codogno verso Cavacurta con collegamento a Maleo.

«Di lì non passo più neanche se mi pagano – commentava ieri Luigi Mancini di Codogno seduto con gli amici ai tavolini del “Mania” -. Abito verso Cavacurta per cui mi viene comoda la tangenziale, ma se anche dovessi trovarmi in centro a Codogno, non passerei più di lì. Porto mio nipote in piscina a Pizzighettone due volte la settimana e oltre a me devo pensare a lui». A vederla così sono proprio tutti, e chi ha ripreso la provinciale l’ha fatto con la paura. Come Carlo Maderi, che «sono passato due-tre volte per andare alla Costa e avevo i brividi», confessa. Fabio Merli non ha più avuto occasione, ma «mia moglie che va spesso a Maleo fa sempre la tangenziale – racconta -. E in verità anch’io se dovessi andarci non passerei più lì anche se l’allunghi».

Spostandosi a Maleo la musica è la stessa. «Io non mi fido più e sento tanta gente che per andare a Codogno fa il giro – spiega l’edicolante Andrea Fregoni -. I passaggi a livello su questa linea sono diventati un terno al lotto, perché è già successo 3-4 volte in questi mesi che le sbarre fossero sollevate mentre passava il treno». Poi succede d’imboccare in automatico la 234 e pentirsene a un passo dal “casello” o di essere di fretta come Antonia Spingardi l’altro giorno, che è corsa in bicicletta a Codogno «per una successione» e arrivata al passaggio a livello «mi sono fermata, ho guardato a destra e a sinistra per vedere che non c’era il treno e sono passata». La fiducia è morta sui binari.

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