Logistica - Il caso Borgo San Giovanni: soldi, permessi e cemento nei campi

L’inchiesta di Andrea Bagatta: ecco come è nato il nuovo polo delle Sacchelle

Consumo di suolo agricolo, cemento, traffico, posti di lavoro, autorizzazioni e soldi. Tanti soldi. La nuova logistica di Borgo San Giovanni torna a far discutere sullo sviluppo futuro del territorio e la capacità di governare gli insediamenti a maggior impatto, nel difficile obiettivo di bilanciare i vantaggi economici ed occupazionali con la tutela dell’ambiente (e del paesaggio tipico) del Lodigiano.

Una storia che parte da lontano

A inizio 2009 l’allora amministrazione provinciale guidata da Osvaldo Felissari, uscita poi a primavera, getta le basi per la revisione del piano territoriale comprensoriale provinciale, il documento di programmazione urbanistica territoriale. L’assemblea dei sindaci è d’accordo all’unanimità: per mettere un freno al consumo di suolo, nelle previsioni urbanistiche locali non si andrà oltre l’1 per cento di consumo del suolo. È un accordo sulla parola, in attesa che eventualmente diventi norma nel documento. A Borgo San Giovanni l’amministrazione guidata da Nicola Buonsante ha in corso la rivisitazione del Pgt, che poi viene varato nel 2010: il consumo di suolo è del 4,31 per cento, il consumo a vantaggio di aree produttive è del 2,90 per cento con la previsione di trasformazione di 221mila metri quadrati. È lì che si individua l’Ambito di Trasformazione Produttiva Atp 1 in località Sacchelle, 73mila 370 metri quadrati agricoli che diventano produttivi. La Provincia di Lodi, diventata a guida leghista con Pietro Foroni annuncia di preparare le linee guida per la “logistica buona”, senza consumo di suolo e con occupazione locale.

Il progetto e i soldi

L’Atp 1 va in naftalina per diversi anni, complice la crisi economica i cui effetti perdurano a lungo. Quei terreni continuano a essere coltivati, ma sono già trasformati in produttivi, in attesa che arrivi un operatore pronto a presentare il piano attuativo. E il proponente arriva nel 2019. Tra la primavera e l’autunno la Prop. Co. Srl con sede a Milano si fa avanti con l’imprenditore agricolo locale proprietario dei terreni: acquista 73mila 370 metri quadrati edificabili a carattere produttivo-logistico e altri 82mila metri quadrati agricoli. La transazione avviene per 5 milioni 990mila 375 euro, di cui 3 milioni 301mila 650 per l’area edificabile e 2 milioni 688mila 725 per l’area agricola. Al momento dell’acquisto, la Prop. Co. Srl ha 10mila euro di capitale sociale versato ed è costituita da novembre 2018, amministratore unico è Carlo Rinaldi. La società è partecipata al 50 per cento da Compagnia di Sviluppo Immobiliare Saronnese Srl di Bergamo, specializzata in investimenti e realizzazioni immobiliari, e da Revel Systems Srl di Milano, holding di capitale. La Prop. Co. Srl presenta il piano attuativo con la costruzione di due capannoni logistici per 35mila metri quadrati. La costruzione delle opere è affidata alla Colombo Severo di Borgo San Giovanni. Le opere di urbanizzazione valgono 700mila euro per il Comune di Borgo. Tutto l’iter realizzativo viene approvato in Comune, senza la concertazione d’ambito «perché la Provincia non l’ha mai convocata» dicono da Borgo.

L’operatività e le polemiche

Si arriva alla primavera 2021: i due capannoni sono in piedi e sono oggi il biglietto da visita di Borgo per chi entra dalla strada per Sant’Angelo. L’operatore logistico che occupa i capannoni è il colosso Dhl. Nel corso di un incontro con i sindacati a inizio maggio il consorzio di cooperative di lavoro che svolge le attività di magazzino per conto di Dhl spiega che attualmente è in funzione parziale solo un capannone (l’altro è in fase di allestimento) con circa una trentina di lavoratori. La piena operatività si raggiungerà per l’inizio dell’anno prossimo con il trasferimento di alcune attività Dhl svolte oggi nel polo logistico di Corteolona. Inizialmente saranno occupati 150 lavoratori, in arrivo proprio dal sito logistico pavese, senza nuove assunzioni di massa. La prospettiva di 150 nuovi occupati lodigiani sbandierata dall’amministrazione comunale non è attuabile al momento, anche se l’ex sindaco Nicola Buonsante si dice convinto che una volta raggiunta la piena operatività arriveranno almeno un centinaio di altri posti di lavoro nuovi. La notizia dà il via alle polemiche politiche. L’assessore regionale al territorio Pietro Foroni la indica come esempio negativo, dovuto all’esclusivo interesse del Comune, senza logica per il territorio e senza benefici per la comunità, e promette un nuovo intervento normativo da parte di Regione Lombardia. Il Pd lodigiano ricorda che a livello locale si era iniziato nel 2009 un percorso per la limitazione del consumo di suolo ripresa a parole dalla successiva giunta provinciale leghista ma di fatto mai messo in pratica. In consiglio regionale lombardo viene approvato un atto di indirizzo che impegna la giunta a individuare nuove norme per indirizzare le logistiche sulle aree dismesse e per farle rientrare nella programmazione regionale.

Rischio viabilità

Il nuovo insediamento viene descritto dall’amministrazione comunale come «a due passi dal casello autostradale A1». Ma non è così. Dall’uscita autostradale al polo di località Sacchelle ci sono 4,5 chilometri, sulla strada più trafficata del Lodigiano, la provinciale 235 Lodi-Casello-Sant’Angelo. Inoltre, con questa riflessione non si prende in considerazione l’effettiva modalità di spostamento dei mezzi logistici, perché l’ingresso A1 è utile solo nella prospettiva di una direttrice Nord-Sud (Milano-Piacenza) ammesso che non si preferiscano percorsi senza il pedaggio, mentre per qualsiasi altra direzione (soprattutto sulla direttrice Est-Ovest, Cremona-Pavia) il traffico impatterà notevolmente sulla provinciale 235. C’è poi un tema più locale, perché al momento il percorso diretto prevede la deviazione dalla provinciale 235 all’altezza della rotatoria che da una parte conduce a Bargano, dall’altra a Borgo San Giovanni. La strada per Borgo è una normale carreggiata a due corsie, poco indicata a sopportare un flusso importante di traffico pesante. Ma quanti camion passeranno su quella strada? Tra i documenti urbanistici disponibili non si è rilevato uno studio sul traffico, e d’altra parte la previsione urbanistica è del 2010, quando non si sapeva ancora quale operatore e con che tipo di logistica si sarebbe insediato. In previsione c’è la costruzione di una bretella di congiunzione dal polo logistico a via Nenni (ingresso magazzino Conter), ma al momento non c’è ancora.

Le prossime mosse

In attesa di capire come evolverà la situazione occupazionale e come si svilupperà effettivamente il traffico nella zona, c’è un ulteriore passaggio che incombe sulla logistica. Infatti, dietro gli attuali capannoni sono previsti gli ambiti di trasformazione produttiva Atp 2 e 3, di dimensioni molto minori. Lo stesso proponente Prop. Co. Srl aveva presentato istanza l’anno scorso per lo spostamento dei due ambiti di trasformazione dall’attuale localizzazione (dietro la logistica verso l’ex Sama) a una nuova posizione di fianco agli attuali capannoni. L’operazione potrebbe portare sulla carta un nuovo ulteriore capannone da 15mila metri circa, in base alle informazioni disponibili. Dall’amministrazione però fanno sapere che a febbraio l’istanza è stata ritirata, e tutto si è fermato. Per ora.

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