LODIGIANO La ricetta del Pd per la sanità locale: «I quattro ospedali finiscano in rete»

Una serata online per affrontare uno dei temi più caldi, dopo l’ingresso nell’Ats di Città Metropolitana

Il tema della sanità, in particolare della medicina territoriale, è un argomento caldo del dibattito politico provinciale. Lo dimostra la grande partecipazione all’incontro organizzato giovedì sera su Zoom dal PD del Lodigiano assieme a sindaci, medici, ex dirigenti, sindacalisti e al consigliere regionale Carlo Borghetti e alla deputata Elena Carnevali e moderato da Sergio Rancati della Commissione Sanità della federazione locale. L’obiettivo era discutere insieme le proposte per il territorio che il Partito Democratico lombardo presenterà in Consiglio nell’ambito della discussione relativa alla riforma della legge regionale 23/2015, scaduta a fine 2020 e che ha comportato per il Lodigiano l’assoggettamento a ATS Città Metropolitana. Dopo l’introduzione della segretaria provinciale Roberta Vallacchi e gli interventi di Borghetti e Carnevali, che si sono soffermati il primo su un excursus delle proposte per il territorio e la seconda sui lavori parlamentari in materia, sono intervenute diverse figure che hanno approfondito alcuni aspetti della proposta. Eugenio Ariano, ex direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’allora ASL di Lodi ha sottolineato l’importanza di ridare maggiore attenzione all’aspetto della prevenzione, un tema toccato, dal punto di vista della sua declinazione nei luoghi di lavoro, anche dalla segretaria generale della CGIL di Lodi Eliana Schiadà. Valerio Tagliaferri, ex direttore sanitario dell’ospedale di Codogno, si è invece soffermato sulla necessità di mettere in rete i 4 ospedali del territorio donando a ciascuno una peculiarità specifica: Lodi dovrebbe diventare il centro di riferimento, Codogno invece un centro specializzato negli episodi acuti (e sarebbe quindi fondamentale ri-istituire il reparto di Ortopedia), Sant’Angelo un polo di riabilitazione e Casalpusterlengo un centro a vocazione oncologica. Su quest’ultimo presidio è intervenuto anche l’ex responsabile di Medicina del nosocomio casalino Gianantonio Ongis, che ha denunciato il fatto che in quel luogo la degenza oncologica sia stata tolta. Il dottor Abele Guerini si è invece soffermato sul progressivo abbandono della medicina del territorio, mentre i sindaci Osvaldo Felissari, Nathalie Sitzia e Matteo Delfini si sono soffermati rispettivamente sul ruolo dei sindaci nella pandemia, sulle difficoltà dei piccoli comuni e su un confronto con la provincia di Piacenza, non molto più estesa di quella Lodi ma dotata di sette case della salute, assenti invece da noi. Altre posizioni che sono emerse sono state la necessità di ritornare a una ASL provinciale, di potenziare strutture psichiatriche e consultori, di assumere più personale e ricostituire una sanità pubblica efficiente e accessibile a tutti.

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