LODI Viaggio in Bielorussia per gli Amici di Serena: «C’è una situazione precaria» VIDEO

I volontari puntano a far ripartire l’esperienza dei “Bambini di Chernobyl”

Lucia Macchioni

Un viaggio nel segno dell’accoglienza per Giorgia Grandi e Pierluigi Padovani del consiglio direttivo di “Amici di Serena”. Un’avventura che li ha portati in Bielorussia per sbarcare oltre il progetto umanitario che conta più di vent’anni e che nel corso del tempo ha ospitato più di seicento bambini. Venticinque ogni anno le famiglie del Lodigiano che prima della pandemia si rendevano disponibili ad aprire la porta di casa a bambini bielorussi, con gravi ripercussioni dovute all’esposizione alle radiazioni. Ma l’emergenza sanitaria che sta evolvendo al capolinea non ha fermato i due volontari che dal 5 al 19 settembre hanno preso il primo volo diretto a Minsk. «Un’esperienza che ci ha portato a toccare con mano la situazione economica del paese - riferiscono Grandi, da poco nominata consigliere del direttivo, e Padovani, referente dei progetti di accoglienza -. Abbiamo avuto conferma di una situazione precaria sia dal punto di vista socio-econonomico che sanitario». Le fasce più deboli della popolazione sono messe alla prova per il costo dei beni primari che continua a salire: «L’effetto delle sanzioni europee ha comportato un peso sulle tasche dei più poveri perché gli stipendi restano i medesimi mentre il costo della vita è aumentato».

La difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese e la quarta ondata Covid-19 in arrivo: «La situazione è al limite e, quel che è peggio, è che la maggioranza della popolazione non intende vaccinarsi». Dunque, una speranza che si sposta sempre più in là, per tanti “Bambini di Chernobyl” in attesa di vivere l’esperienza di “risanamento” nel Lodigiano.

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