LODI Una ferita aperta nel terminal bus: l’edificio di Rfi resta senza futuro

Ormai è diventato punto di ritrovo per gli studenti che salgono e scendono dai pullman

C’è un orologio fermo sulle tre e venti al centro della parete. Poco sotto buona parte dell’intonaco azzurro carta da zucchero letteralmente si accartoccia su se stesso, dando vita a riccioli di colore e di degrado. Da un altro scorcio, invece, si vede una profonda crepa che attraversa una delle pareti da parte a parte. Il pavimento è coperto di polvere e di “pezzi di vita” di passaggio: un tappetto di bottiglie di birra, mischiate a quelle di plastica delle bibite, le carte e le confezioni degli spuntini di chi ha deciso che quella finestra aperta poteva essere un cestino di fortuna.

Rimane un nodo irrisolto – e in pieno degrado – l’edificio di proprietà di Rfi nel terminal bus in zona stazione, destinazione e luogo di sosta, breve o prolungata, per centinaia di ragazzi ogni giorno, quelli che si spostano sui bus di linea per frequentare uno dei tanti istituti superiori della città del Barbarossa o per tornare a casa alla fine delle lezioni.

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