LODI Una doccia fredda sull’ex Linificio, il piano per il recupero è stato escluso dal bando Pnrr

Ammesso ma non finanziato il progetto presentato dal Comune, per l’opposizione è «un altro fallimento della giunta»

È una delle sfide della Lodi del futuro. Sia per gli importi in gioco - oltre 20 milioni di euro - sia per le funzioni evocate nella progettazione, dall’archivio storico al tanto atteso museo civico. Ammesso, ma non finanziato - nel bando Pnrr sulla Rigenerazione urbana - il progetto per la rinascita dell’ex Linificio di piazzale Forni. Gli esiti sono emersi con un decreto del ministero dell’Interno dello scorso 30 dicembre, con cui vengono messi a disposizione complessivamente 3,4 miliardi di euro, confluiti nell’ambito del Pnrr: 289 i progetti lombardi risultati ammissibili, presentati da 78 Comuni, quelli finanziati scendono a 100, con 22 Comuni coinvolti. Mentre Anci Lombardia chiede una misura correttiva e ulteriori risorse, in città sono le forze di opposizione Partito democratico, Lodi Civica, Lodi al Centro, 110 e Lodi, Lista Gendarini e Movimento 5 stelle a sollevare il tema. «Anche se abbiamo sempre giudicato sbagliata questa idea, non troviamo in questa bocciatura nessun motivo per rallegrarci perché si tratta di risorse importanti di cui la città non potrà disporre - dicono le forze in una nota - : da questa vicenda, l’ennesimo fallimento di un’amministrazione priva di qualsiasi efficace visione strategica, si può cogliere comunque l’opportunità per rivedere alcune fondamentali scelte». Va recuperata, dicono i consiglieri, «per il museo l’opzione ex Cavallerizza, un edificio di pregio storico e architettonico in centro città, e sulla quale esiste già un disegno preliminare».

Opportuno invece confermare, aggiungono i consiglieri, «per l’archivio storico, l’edificio di via Fissiraga, che può essere riqualificato con una spesa ben inferiore ai 2,5 milioni di euro (oltretutto da coprire con un mutuo) che la giunta intende spendere per portare questo servizio all’ex Linificio. Il complesso di piazzale Forni è il contesto ideale per la sede unica dell’Einaudi, in prossimità della stazione ferroviaria e del terminal bus, dove già sorgono il liceo artistico Piazza e l’Ufficio scolastico provinciale». Ignorate le proposte delle opposizioni in consiglio, aggiungono le forze, «la giunta di centrodestra ha testardamente puntato tutte le carte su un’unica irrealistica prospettiva: su questo bando l’amministrazione ha giocato male le sue chance, ad un altro bando del Pnrr, quello del qualità dell’abitare, non ha neppure partecipato. Lodi resta così a zero, su tutti i fronti, e non è per niente bello».

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