LODI Stop al cantiere dell’ex Sicc, c’è l’ordinanza di palazzo Broletto

Il municipio contesta «opere senza permesso» nell’intervento in riva al fiume

Lo sportello Edilizia del Comune di Lodi ferma il cantiere dell’ex Sicc in via Ferrabini, primo insediamento urbanistico in sponda sinistra dell’Adda dopo i lavori di messa in sicurezza dell’argine. «Opere in assenza di permesso di costruire», recita l’ordinanza a firma dell’ufficio tecnico. «Problema relativo alla distanza su un tratto di confine verso la ciclabile», chiariscono dalla società proprietaria, la Tecno Consulent di Cavernago, in provincia di Bergamo, che in Lodi ha già realizzato diversi, importanti interventi immobiliari. Silenzio dall’assessorato all’Edilizia Privata, interpellato per un chiarimento.

L’ordinanza dirigenziale è datata 31 maggio e si basa su un verbale di sopralluogo effettuato dalla polizia locale il 28 aprile scorso sul cantiere di via Ferrabini di proprietà Tecno Consulent. Il 31 maggio è arrivata poi la relazione urbanistica che ha dato il via all’ordinanza. A quella data la società aveva realizzato alcune opere strutturali di fondazione, un muro perimetrale di 100 metri parzialmente a confine e parzialmente a distanza non regolamentare di 5 metri, secondo lo strumento urbanistico, più altre parti strutturali. Il piano prevede la realizzazione di due palazzine residenziali per più di 30 appartamenti, con un prolungamento della ciclabile su via Ferrabini e nuovi parcheggi dietro la piscina.

L’ufficio tecnico comunale ha ordinato, in via cautelativa, la sospensione del cantiere «rilevato che le opere in esecuzione accertate con il richiamato sopralluogo sono da classificarsi come interventi eseguiti in assenza di Permesso di costruire». Da Tecno Consulent però limitano la questione a un problema tecnico, relativo proprio al muretto perimetrale contestato: «I lavori sono stati sospesi perché è emerso un problema di distanza su un piccolo tratto di confine verso la pista ciclabile – spiega Diego Bosis di Tecno Consulent -. È un problema risolvibile, una semplice errata interpretazione delle distanze dei confini. A seguito del sopralluogo, ci è stato segnalato come un atto dovuto, ma è una pratica già in risoluzione. Già nei prossimi giorni presenteremo l’aggiornamento del progetto adeguato e poi ripartiremo. In attesa della pratica, possiamo comunque continuare con le opere di urbanizzazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA