LODI Smantellato il cantiere, addio al sogno di Lodi Murata

All’appello mancano ancora 400mila euro per finire le opere, il recupero della città sotterranea torna al punto di partenza

Del cantiere che ha fatto sognare molti - in primis i referenti dell’associazione Lodi Murata che per anni hanno inseguito l’obiettivo e speso energie perché potesse tornare alla luce la lodi sotterranea - oggi non resta più nulla. Addio ai ponteggi da tempo, oggi non restano più nemmeno le palizzate in legno che coprivano alla vista buona parte di Porta Regale e del fossato in quel punto. Quasi come se quel cantiere non fosse mai esistito. Ed effettivamente per il recupero della Lodi Sotterranea, quel patrimonio storico e culturale che fa parte del dna della città, si è di nuovo, o quasi, al punto di partenza.

Ovvero alla ricerca dei fondi per portare avanti le lavorazioni mancanti, visto l’esito fallimentare dell’operazione di recupero, partita e mai finita.

Oggi è possibile vedere il recupero dell’architettura di Porta Regale, tornata a splendere, ma all’appello mancano, secondo le stime preliminari effettuate alla chiusura del cantiere, qualcosa come 400mila euro circa di lavoro. E non c’è nessuna certezza che quei fondi arriveranno. Il primo passo era stato lo stanziamento di 900mila euro di risorse dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. L’opera era gestita dal Provveditorato alle Opere Pubbliche e i cantieri erano stati assegnati all’impresa Aurelio Farina. Dopo aver lavorato oltre un anno senza ricevere pagamenti, l’impresa stessa, a settembre 2021, aveva dato forfait, bloccando il cantiere e garantendo per un periodo la sorveglianza al cantiere, ma non proseguendo più nelle lavorazioni. Il saldo di quella prima tranche di operazioni era poi arrivato, a dicembre 2021, senza però garanzie sul resto dei fondi.

Nelle valutazioni di fine cantiere è stato appurato che sono stati svolti e saldati lavori per 250mila euro circa, ma ne restano altri 400mila. Il sindaco Sara Casanova si era già rivolta, insieme a Lodi Murata, al Ministero e al Provveditorato per le Opere Pubbliche per avere garanzie sui fondi; senza esito. E la strada del sollecito è quella che si sta valutando di percorrere di nuovo, sempre in modo congiunto tra Comune e associazione, che si sta muovendo anche per trovare nuove coperture finanziare. Di fatto, il rischio, è di non vedere per molto tempo movimenti intorno a un’opera destinata a diventare, qualora si riuscisse ad arrivare al completamento, un volano per il turismo della città del Barbarossa del futuro.

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