Lodi, sempre più degrado alla Martinetta

Motorini abbandonati nei boschi e interi arredamenti vecchi lasciati a marcire sui marciapiedi

Vogliamo davvero bene alla nostra città di Lodi? Se attraversiamo la Martinetta e il Capanno, nelle strade verso l’Adda fino al Belgiardino, verrebbe da dire “non tutti”. Partiamo dal parco giochi della Martinetta, dove i bambini devono fare lo slalom, se ci riescono, tra carta e plastica che abbondano tra l’erba, i tavolini e le giostrine. Cinquanta metri più avanti, via Napoli incrocia via Bari: nel primo campo verde tra la strada e i capannoni sono abbandonati ben due motorini, il primo a bella vista senza la ruota anteriore e il secondo tra i cespugli nemmeno tanto nascosto. Basta percorrere qualche altro metro lungo via Napoli per incontrare, appena giù di strada, sulla destra, brandelli di abiti appesi ai rami degli alberi: qui da tempo sembra che qualcuno potesse essersi ritagliato un rifugio. Proseguiamo lungo via Napoli, verso il lungo Adda. Chi è abitudinario di queste parti sa che ancor prima dell’apertura del cantiere per il rifacimento della sponda destra e sinistra del Cavo Roggione, anche quest’area era costellata di rifiuti. E proprio da un cittadino abbiamo ricevuto la segnalazione dello stato in cui grava questa parte della città.

Mentre sulla destra, in un fosso, giacciono sei sacchi in plastica abbandonati insieme a del cartone, arriviamo al lungo Adda che da una parte si dirige verso il Ponte della città bassa, dall’altra verso il Belgiardino. Svoltiamo a sinistra, dove appena dopo il cartello che indica “Oasi di protezione”, ai piedi di un albero è stato abbandonato quello che appare un vecchio mobile in legno, sventrato. Forse chi l’ha fatto sapeva che in mattinata sarebbero passati i mezzi a svuotare i cestini e sperava che anche quello sarebbe stato recuperato? Impossibile non notare poi quanto lasciato nei vari parcheggi presenti in questa zona. Una nota a parte però merita il laghetto che precede il Belgiardino e che spesso ospita anatre, coniglietti e altri piccoli animali: impossibile fermarsi a riposare sulle due panchine in pietra, ai piedi delle quali arrivano i rifiuti che abbondano non solo nei cestini ma tutto intorno. Intanto passano ciclisti, pedoni, persone con il cane o che si concedono una corsa. Perché c’è ancora chi crede che valga la pena passare di qui, anche per il canto dei passeri alle 8 del mattino sulle rive dell’Adda.

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