Lodi, per la Procura nessun colpevole per la morte di Giorgio Medaglia

Scomparso un anno fa e ritrovato in Adda: «Non si può neppure escludere un tragico gesto»

La procura della Repubblica di Lodi ha chiesto l’archiviazione, per mancanza di evidenza di responsabilità di terzi, dell’indagine per la morte di Giorgio Medaglia, il 34enne di Lodi uscito di casa con il suo motorino la sera di domenica 28 giugno dello scorso dì anno e ritrovato senza vita il venerdì successivo sotto il ponte dell’Adda a Cavenago. Annegato e senza segni di violenza certi ma, come ha rivelato l’autopsia, anche leggermente ubriaco. «No comment» per ora dall’avvocato Lorenza Cauzzi che sta seguendo la vicenda assieme alla mamma Ombretta Meriggi e che sta facendo le opportune valutazioni dopo la decisione presa nelle scorse ore dagli inquirenti.

La madre ha più volte fatto presente che Giorgio aveva intenzione di andare con lei al mare di lì a pochi giorni e che aveva progetti, come quelli di fare il patentino per comprarsi un quadriciclo e diventare più autonomo. Conoscendolo come astemio, poi, il risultato dell’autopsia aveva rinforzato i dubbi, portandola a pensare che ad esempio quella sera potesse avere incontrato qualcuno che l’aveva fatto bere e l’aveva convinto a fare un bagno in Adda, dato che peraltro Giorgio non sapeva nuotare. Altro particolare, il suo scooter era stato trovato alla Martinetta ma non in riva al fiume e con due caschi, mentre era uscito da solo. «Abbiamo fatto anche un supplemento d’indagini ma i processi non si fanno con le ipotesi - spiega il Procuratore di Lodi Domenico Chiaro - la procedura prevede che sarà il Gip a disporre o meno l’archiviazione e che potranno anche essere indicati ulteriori approfondimenti». Secondo la madre però l’indagine giudiziaria non esclude neppure altre “piste” che però non hanno finora trovato sufficienti riscontri per arrivare a nomi e cognomi, da qui un nuovo appello: «Chi sa, chi ha visto, parli, perchè Giorgio non può aver fatto tutto da solo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA