Lodi, per il Ramadansi amplia la moschea

È tempo di Ramadan e procedono i lavori per “allargare” la moschea della città del Barbarossa. In via Lodivecchio sono partite le operazioni di manutenzione dell’edificio che sorge a fianco del centro islamico “Al Fath”, all’interno dell’area produttiva della Camolina. Lunedì sarà inaugurato il mese sacro dei musulmani, che si concluderà il 29 agosto, e il quartiere Fanfani diventerà il punto di riferimento per la preghiera di un’intera comunità.

Sul posto, nella giornata di ieri, si notavano alcuni operai impegnati nelle opere di sistemazione, mentre fuori dall’edificio “sostava” una montagna di calcinacci. All’interno sono stati allestiti dei ponteggi e l’ampio locale è stato predisposto per poter ospitare i seguaci del profeta Maometto. Adesso i tre stabili del centro di preghiera sono collegati: c’è un enorme salone con la moquette dove già in passato si svolgevano le assemblee, a fianco un locale di piccole dimensioni che fino all’anno scorso era riservato alle donne. In più è stata messa a disposizione un’altra superficie molto estesa che permetterà di assorbire l’afflusso dei fedeli di Allah.

L’intervento sull’edificio sembra essere partito dopo che il comune - nel mese di marzo - ha approvato le modifiche del Piano di governo del territorio, un provvedimento che ha cambiato la destinazione urbanistica dell’immobile, classificandolo come una struttura adibita al culto.

A questo punto si pone però un problema: l’osservazione è stata recepita con l’approvazione definitiva in consiglio comunale del Pgt, ma non può avere ancora alcun effetto, almeno fino a quando non ci sarà la pubblicazione del Pgt sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia. Per questo motivo tutti gli eventuali lavori avviati su questa parte della struttura, oltre che privi di titolo di abilitazione a costruire non sarebbero conformi alle norme urbanistiche.

L’associazione che gestisce il centro di preghiera aveva già presentato il 29 giugno 2010 una Dichiarazione di inizio attività per alcuni interventi all’interno del capannone. I lavori sono stati sospesi dietro ingiunzione del comune, l’integrazione della documentazione richiesta dagli uffici non aveva infatti avuto risposta, inoltre non erano state effettuate le notifiche preliminari ad Asl e Inail, non erano stati pagati gli oneri di legge e non era stata presentata una comunicazione di inizio lavori.

Il 28 ottobre 2010 l’associazione ha presentato una nuova richiesta di permesso a costruire, questa volta relativa anche agli spazi vicini al centro di culto, locali che non avevano una destinazione d’uso urbanistico conforme all’utilizzo per attività di culto. La pratica si è chiusa con un diniego da parte del comune, fino alla svolta di marzo.

Palazzo Broletto non ha intenzione di restare con le mani in mano, anzi, passerà subito all’azione: «Per verificare la situazione - afferma il sindaco Lorenzo Guerini -, domani (oggi per chi legge, ndr) l’amministrazione comunale effettuerà un sopralluogo e se verrà accertato che sono stati avviati lavori non autorizzati verrà disposto il blocco del cantiere e segnalato l’eventuale abuso edilizio».

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