Lodi, paziente salvato con l’intervento “Tips”

Pericolosa emorragia alla gola, piena collaborazione tra i reparti e il radiologo interventista. La prima volta nel Lodigiano

Intervento salvavita all’ospedale maggiore di Lodi. Grazie al radiologo interventista Maurizio Papa, in forza dal mese di agosto scorso, nell’equipe della radiologia guidata dalla dottoressa Paola Scagnelli, un paziente di 50 anni, in gravi condizioni, è stato salvato. Se non ci fosse stato il radiologo interventista, il paziente sarebbe stato trasferito o, peggio ancora, sarebbe deceduto. È una delle tante belle storie a lieto fine, quella accaduta all’ospedale di Lodi il 23 marzo scorso. Il paziente era andato incontro a un grave sanguinamento delle varici esofagee, in sostanza uno shock emorragico. L’emorragia era stata fermata dal team dell’endoscopia digestiva e dai chirurghi, ma per evitare che le varici sanguinassero di nuovo bisognava ridurre la pressione nel circolo venoso portale attraverso la tecnica della Tips. «La TransJugular Intrahepatic Portosystemic Shunt - spiega l’Asst in una nota - è stata eseguita per la prima volta all’Ospedale di Lodi. Si tratta di una procedura che permette di creare una comunicazione diretta tra il circolo venoso portale e il circolo venoso sistemico attraverso il fegato, il tutto eseguito attraverso un cateterismo transgiugulare (pungendo una vena del collo)».

«È una tra le procedure tecnicamente più complesse che possano essere eseguite in ambito di radiologia interventistica», spiega il dottor Papa. È stata svolta su un paziente che, «a seguito di una importante epatopatia, aveva da giorni sviluppato una severa perdita ematica dall’esofago e dallo stomaco per la presenza di voluminose varici esofagee, ovvero di una dilatazione di vene con pressione aumentata che si rompono e sanguinano copiosamente».

Per quanto non sia una metodica di recente introduzione, si tratta di un primo caso assoluto di questo tipo affrontato all’Ospedale di Lodi. «È una procedura molto complessa, classificata tra le procedure salvavita, spesso eseguita in regime d’urgenza - continua il dottor Papa -. Non va dimenticato che è gravata da un tasso di complicanze significativo, sia per la sua complessità, sia per il fatto che si tratta spesso di pazienti già fragili per la loro epatopatia: la Tips rappresenta, in molti casi, l’unica opzione per salvare la vita a pazienti di questo tipo».

La gestione, dal punto di vista clinico, è imprescindibilmente multidisciplinare e vede impegnati più reparti: in particolare, nell’ambito dell’Asst di Lodi, sono state coinvolte anche la chirurgia diretta dal dottor Pietro Bisagni, la medicina diretta dalla dottoressa Alessandra Brocchieri e l’endoscopia digestiva diretta dalla dottoressa Piera Leoni. «Il buon esito di una procedura così complessa è solo un tassello nella gestione del paziente - conclude il radiologo Maurizio Papa -. Lo straordinario lavoro in équipe di tutti questi specialisti ha permesso un’ottimale gestione di un caso così complesso, sia nella fase acuta sia in quella subacuta, rendendo possibile l’ospedalizzazione del paziente per pochi giorni e la sua dimissione in tempo per permettergli di passare le festività pasquali a casa».

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