Lodi murata, dieci anni di proposte

Gli antichi passaggi segreti restano inaccessibili

Dieci anni fa gli ingegneri Ernesto Carinelli e Sandro De Palma e il professor Giorgio Granati avevano avuto per la prima volta l’idea di riscoprire la Lodi sotterranea che fino ad allora era argomento da leggenda metropolitana, da racconti di bambini incuriositi da cunicoli vicino all’Isola Carolina e, più seriamente, si era trasformata in una grossa grana per chi sognava di poter realizzare un autosilo sotto piazza Castello. Considerando però che solo una minima parte del sottosuolo è accessibile da strade e piazze pubbliche e che delle pur devastate mura dell’antica città qualcosa è rimasto, si decideva nel 2005 di denominare l’associazione che avrebbe sostenuto il progetto “Lodi murata”, più prudentemente, anche perché bastioni e scarpate fortificate e passaggi “segreti” e ambienti sotterranei facevano parte di un unico sistema difensivo.

Iniziava così un’avventura che però appare ancora molto lontana dalla meta: «Qualsiasi luogo accessibile al pubblico deve avere agibilità e caratteristiche di sicurezza - spiega il professor Granati - e per questo occorrono grandi risorse». Già nel 2004 i tre artefici del progetto culturale avevano presentato all’amministrazione comunale un progetto turistico ad hoc. Si sperava di poter avviare le visite guidate nel 2008, in occasione dell’850esimo della fondazione di Lodi nuova da parte di Federico Barbarossa. Certo, c’è stata la giornata del Fai con 1.200 persone che hanno potuto ammirare i primi camminamenti resi accessibili nella zona del torrione, nel 2011 una delegazione dalla città gemellata di Costanza ha ripercorso la stessa visita e anche la storica trasmissione «Sereno Variabile» ha esplorato i cunicoli. Con l'impegno a ritornare quando le visite potranno essere ufficiali, senza aver più il sapore dell’avventura.

Carinelli, De Palma e Granati hanno anche dato alle stampe, per «Il Pomerio», il libro Lodi murata, ricchissimo di fotografie e possibile base per infiniti approfondimenti storiografici. E non si sono fermati: sempre nel 2011, ad esempio, hanno effettuato rilievi laser per ottenere un modello virtuale delle costruzioni, sopra e sotto terra, da tutelare e valorizzare.

Ma cosa c’è nel sottosuolo del centro di Lodi? «Sotto piazza della Vittoria c’è tanto, ma non sappiamo bene cosa. Sotto piazza del Broletto sicuramente ci sono volumi interessanti, ce lo ha indicato il georadar, sotto via Gabba, dal lato più vicino alla piazza, c’è un percorso che svolta poi ad angolo verso corso Archinti. Sotto piazza Castello ci sono locali alti fino a 5 metri, con un percorso, poi interrotto quando i soldati spagnoli avevano preso l'abitudine di fare scorrerie notturne, che portava fino a piazza della Vittoria. E poi ancora, sotto via Volturno, ci sono due camminamenti uno sopra l'altro. Ritengo inoltre che il rischio statico non sia un ostacolo: parliamo di passaggi realizzati anche otto secoli fa, con strutture che lavorano a gravità e che sono simili a quelle del castello Sforzesco di Milano o del castello di San Colombano. Una tipologia, quindi, che conosciamo già abbastanza bene».

«Noi abbiamo già un progetto di massima con delle ipotesi di costi un architetto importante farebbe da coordinatore di un pool di colleghi giovani, e, con la disponibilità del bene assicurata dall’ente che ne è proprietario, cioè il Comune, dato che parliamo anche di camminamenti sotto le strade, si può elaborare una richiesta per accedere, ad esempio, a finanziamenti europei. All’estero, ma anche altrove in Italia, richiamano migliaia di turisti con molto meno: la Lodi sotterranea ha potenzialità enormi».

Purtroppo però in questi anni è accaduto invece altro - conclude amaramente Granati -: abbiamo assistito alla demolizione di decine di metri di mura in via Secondo Cremonesi per realizzare quella rampa che ritengo brutta, poco utilizzata e soggetta al degrado, e la mia paura è che l’idea di Lodi murata possa diventare lo spunto per la solita “fabbrica” di sgabelli e poltrone oppure dare vita a una realtà “senza fine di lucro” che in realtà stacca biglietti, produce fatturato e magari clientele, come ce ne sono troppe in Italia».

Carlo Catena

LE SFIDE DEL SINDACO - Dieci anni fa gli ingegneri Ernesto Carinelli e Sandro De Palma e il professor Giorgio Granati avevano avuto per la prima volta l’idea di riscoprire la Lodi sotterranea...

© RIPRODUZIONE RISERVATA