LODI La razzia dei pc alla Spezzaferri: «Basta, adesso serve l’allarme» VIDEO

L’esasperazione nelle parole della preside della scuola media Carmela Riganò

Nicola Agosti

C’è tanta rabbia nella dirigente della scuola media Spezzaferri, Carmela Riganò, a seguito dell’ultimo raid. A sparire ben 12 computer a seguito del nuovo blitz effettuato da una banda di ignoti che ha smurato la porta blindata presente all’interno del plesso scolastico per poi arraffare i pc. Quanto vissuto però non è il primo episodio, sia per lo Spezzaferri sia per le scuole della città. «Forse noi siamo i più esposti perché in periferia – commenta la dirigente -. Però tante altre scuole hanno subito questi furti nel corso degli ultimi mesi e anni. Per quanto riguarda noi è chiaro che serva un sistema d’allarme».

Proprio dell’installazione di supporti anti intrusione se ne parla da tempo. «Ho avuto anche subito un contatto con l’assessore Molinari che si è impegnata a darmi una risposta in tempi brevi – aggiunge Riganò -. Da tanto tempo abbiamo fatto questa richiesta, il rapporto è proficuo e ci interfacciamo sempre con il Comune per trovare le soluzioni migliori». Ciò però che rattrista soprattutto la dirigente è veder sparire il frutto di mesi di lavoro e sforzi per garantire i migliori servizi agli alunni. «Zucchetti ci dà 20 computer, poi fa lo stesso, arrivando a 50, l’Einaudi – ricorda -. Noi come scuola centelliniamo ogni disponibilità che abbiamo e compriamo anche con i Pon Europei che riceviamo. E poi tutto va a finire così. Quando ho visto l’immagine della porta smurata mi è preso davvero un colpo. Parliamo di gente che con ogni probabilità sa dove mettere le mani, basti pensare all’ultimo furto, nel marzo del 2020, quando hanno avuto anche il tempo di smontare le memorie dai computer fissi più pesanti e quindi difficili da portare. Impossibile quindi non pensare che siano persone abituate e che sanno dove focalizzare l’attenzione». In attesa di novità riguardanti possibili impianti da installare, c’è un pensiero fisso nella mente della dirigente. «Solo l’idea che quest’estate qualcuno possa nuovamente entrare e prendere ciò che è rimasto mi fa star male – conclude -. Sono davvero molto dispiaciuta, arrabbiata. Ma non mollo di certo».

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