LODI La centrale a gas all’ex Macello: «Il nuovo sindaco la chiuda»

Gli oppositori non demordono e annunciano un’assemblea pubblica per giovedì 12 maggio

Non demordono. Anzi, rilanciano, sempre con «l’intento di influenzare la politica: perché chiunque sarà sindaco avrà il problema di chiudere le centrali a gas, a fronte dei nuovi obiettivi di riduzione degli inquinanti che saranno obbligatori, considerato che entro il 2030 anche le reti del teleriscaldamento dovranno essere completamente a energie rinnovabili, salvo criteri di assoluta impossibilità». Mentre al parcheggio ex Macello i lavori per il potenziamento della centrale del teleriscaldamento avanzano, si ri-organizzano il gruppo dei residenti della zona Tribunale in protesta, il circolo LodiVerde di Legambiente e Tci del Lodigiano. E lanciano un’assemblea pubblica, in agenda per giovedì 12 maggio alle 20.30, nell’aula magna del liceo Verri.

Tre le domande in primo piano - “la centrale principale in centro, perché?”, “Caro energia e caro riscaldamento, che fare?”, “Rinnovabili e pompe di calore, se non ora, quando?” - , a intervenire saranno il dottor Paolo Crosignani, di Isde Italia - Medici per l’ambiente, e Andrea Poggio di Legambiente. «Adesso che si comincia a intravedere come sta sorgendo la nuova centrale, appare evidente come sia assolutamente uguale al rendering che abbiamo presentato insieme all’ingegner Locatelli e questo intanto smentisce il prospetto diffuso dal sindaco, che era vecchio come quello presentato alla commissione del Paesaggio - argomenta Poggio - : nel corso dell’assemblea affronteremo il tema centrale sotto il profilo ambientale, perché nel prossimo futuro vanno ridotte in modo pesante le emissioni inquinanti della città di Lodi, in particolare quelle preoccupati di PM2,5 che dovrebbe essere ridotte di almeno quattro volte nell’arco dei prossimi otto anni. E questo è naturalmente poco compatibile con il trasferimento della centrale nel centro abitato. Su questo punto interverrà il dottor Crosignani che è stato direttore dell’unità operativa di epidemiologia dell’istituto dei tumori di Milano, una voce quindi assolutamente autorevole». Altro tema da approfondire è quelle delle politiche su scala nazionale ed europee sulla «riduzione di qualsiasi tipo di combustione in città, che costringeranno il prossimo sindaco ad agire per chiudere quel che ora si sta costruendo».

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