Lodi, la Baerlocher a rischio chiusura

Un’altra “tegola“ per l’occupazione nel Lodigiano. La Baerlocher rischia seriamente la chiusura o, nella migliore delle ipotesi, una sensibile riduzione del personale. È il quadro che emerge dall’incontro di ieri mattina, organizzato nella sede dell’associazione degli industriali di Lodi: presenti i rappresentanti della multinazionale chimica tedesca e i sindacati di categoria. La situazione è preoccupante e Cgil, Cisl e Uil non lo hanno nascosto. Al termine del confronto i sindacati hanno chiesto all’azienda (Baerlocher Italia, divisione nazionale del colosso tedesco) di congelare ogni decisione, almeno fino a venerdì, quando ci sarà un secondo incontro, probabilmente decisivo. Cgil, Cisl e Uil sperano almeno di riuscire a salvare il polo produttivo di Lodi, anche se questo significherà certamente perdere una parte degli attuali posti di lavoro. L’alternativa, purtroppo, è drammatica: la chiusura totale dello stabilimento e 92 lavoratori “a spasso”.

Baerlocher Italia produce a Lodi stabilizzanti per l’industria della plastica. Un mercato, quest’ultimo, strettamente collegato all’edilizia. Il crollo verticale delle costruzioni e l’incidente del gennaio 2010 (esplosione di un reattore) hanno pesato in maniera significativa sui conti dell’azienda. Secondo quanto comunicato ieri dai sindacati, Baerlocher Italia ha chiuso gli ultimi due anni in rosso. Il fatturato è diminuito, anche a causa della necessità di abbassare i prezzi per restare competitivi sul mercato. A questo occorre aggiungere un incremento significativo del costo delle materie prime. Nel 2010 l’azienda ha fatto registrare un margine operativo netto negativo per 2,9 milioni di euro e il primo semestre 2011 è in rosso per 1,3 milioni. Di fronte a questi numeri, i vertici della multinazionale hanno deciso di rivedere la loro presenza in Italia, all’interno di un più ampio progetto di riorganizzazione aziendale che interessa anche altri stati.

I sindacati, come detto, ieri mattina hanno preso tempo, chiedendo all’azienda di non adottare decisioni, almeno per alcuni giorni. Nel pomeriggio i segretari dei chimici di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato i lavoratori in un’assemblea molto partecipata. I dipendenti hanno dato mandato a trattare. Venerdì sono previste 8 ore di sciopero: la mattina sarà organizzato un presidio davanti ai cancelli della fabbrica in via San Colombano, nel pomeriggio i dipendenti si sposteranno sotto la sede degli industriali, dove si terrà il vertice decisivo. Una delegazione di lavoratori dovrebbe inoltre partecipare alle trattative al fianco dei sindacati.

«La situazione è molto delicata - afferma Giampiero Bernazzani, segretario della Femca Cisl - avevamo intuito che le cose non andavano per il verso giusto ma non ci aspettavamo che la situazione precipitasse in così poco tempo». «Venerdì chiederemo all’azienda di desistere dalla decisione di chiudere - aggiunge Francesco Cisarri della Filcem Cgil - in alternativa allo smantellamento dello stabilimento siamo disponibili a trattare un piano di riorganizzazione da accompagnare con la richiesta di due anni di ammortizzatori sociali». «Occorre capire se per la Baerlocher il sito di Lodi ha una prospettiva - spiega Francesco Montinaro della Uilcem - il momento è complicato. Il sindacato è pronto a farsi carico del problema, speriamo che anche l’azienda comprenda le ricadute sociali delle sue decisioni».

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