LODI I banchi a rotelle abbandonati nei depositi delle scuole

Pensati in tempo di pandemia, si sono rivelati un fallimento e uno spreco

Settecento banchi con le rotelle accatastati al Bassi, quasi 300 al Volta e moltissimi in centinaia di scuole d’Italia. Li hanno chiamati i banchi “dell’Azzolina”, ma si sono rivelati, con l’andamento dell’epidemia, un fallimento per le lezioni: la seduta è inadeguata per ragazzi tra i 14 e i 19 anni, il tavolo è troppo piccolo per appoggiarci il computer e scrivere e non c’è lo spazio per la cartella. In più i genitori hanno incominciato a far arrivare ai dirigenti certificati medici, chiedendo di dismettere questi banchi, che 6 ore lì seduti i loro figli non potevano stare. Sono stati utilizzati, anche nelle scuole lodigiane, nei primi momenti dell’emergenza quando i presidi erano tenuti a far rispettare la distanza tra una rima buccale e l’altra, adesso che le regole sono cambiate perché i ragazzi sono vaccinati e ci sono le Ffp2, le scuole sono tornate ai banchi tradizionali. Il Volta utilizzerà alcuni banchi con le rotelle in aula magna, quando potrà riaprirla, e allestirà degli angoli studio nei corridoi, come ha fatto il Gandini. Per gli altri in più, invece, farà un bando e li donerà a qualche associazione. «Sono stati utilizzati quando siamo stati tenuti a farlo - spiega il vice preside del Volta Giancarlo Silvestri -, adesso sono un ingombro. Non sono particolarmente utili in un ambente come questo, non favoriscono la postura corretta dei ragazzi, soprattutto nelle classi dalla terza alla quinta».

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