Lodi, gli prescrivono una visita urgente ma se la vuole deve pagarsi un medico privato

L’odissea di un 82enne dopo una scivolata: «Ritardi dovuti anche al calo dei posti per le precauzioni Covid»

Per una visita fisiatrica entro 30 giorni non c’è posto, né in provincia di Lodi né a Crema. Privatamente, invece, gli chiedono 107 euro. A raccontare la vicenda è l’82enne di Lodi Pierangelo Premoli, vittima del Covid senza avere il Covid. «Sono caduto sul ghiaccio - racconta - si sono rotte le vertebre. Zoppicavo, avevo dolore, mi è stata prescritta una risonanza magnetica. In ambito pubblico, per un problema di tempi d’attesa non sono riuscito a prenotarla velocemente, così mi sono rivolto in un centro convenzionato a Zelo, ho fatto l’esame dopo 10 giorni. Mi hanno detto che se fossi stato più giovane sarei stato operato, ma a 82 anni sarebbe stato meglio per me fare una visita dal fisiatra e poi seguire un programma di massaggi e infiltrazioni». Il medico gli ha prescritto la richiesta di visita dal fisiatra con urgenza a 30 giorni, ma a queste condizioni, né in provincia di Lodi, né a Crema, è «riuscito a prenotare. Ho chiesto a Zelo dove sono andato a fare la risonanza magnetica - dice -. Lì però non avrei più la possibilità di pagare solo il ticket, dovrei accedere privatamente alla prestazione spendendo 107 euro». “Visita fisiatrica per programma terapeutico e riabilitativo - scrive il medico sulla ricetta -, lombalgia, pregresse fratture di D12, stenosi del canale dorsolombare, protrusioni multiple”. Poi barra la sigla D che indica l’urgenza a 30 giorni. Il problema è che è cambiata la norma. Mentre in passato, se chi prenotava vedeva che non c’era posto entro 30 giorni, ma 31 o 32, per esempio, poteva prenotare comunque, con il consenso del paziente, adesso non è più possibile. A complicare ulteriormente la situazione si è messa di mezzo la pandemia: i posti per le visite ambulatoriali sono di meno; tra una visita e l’altra bisogna sanificare tutto e fare il triage. I pazienti che si possono trattare in una giornata sono la metà. «Ora, privato per privato, ho provato a scrivere a un altro centro di Lodi per non andare fino a Zelo - spiega la figlia del paziente -, ma non mi hanno ancora risposto».

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