Lodi, filari di querce al posto della cattedrale vegetale

Smantellata l’opera artistica di Mauri, all’ex Sicc sta crescendo un bosco

Filari di querce lasciate in eredità dalla cattedrale vegetale. Crollata l’imponente opera pensata da Giuliano Mauri, sulla riva sinistra dell’Adda sta crescendo un bosco spontaneo di piante. Gli alberi - che erano stati messi a dimora alla base delle colonne del “tempio naturale” poi smantellato - sono già alti quasi un metro.

Ecco la fotografia oggi dell’area ex Sicc, dove nel dicembre del 2019 le ruspe hanno cancellato gli ultimi resti delle suggestive navate in legno (108 colonne in tutto, con un un’altezza di 18 metri e 72 di lunghezza). A margini del terrapieno si notano ancora le cataste di legno logoro, collocate in una zona protetta. Materiali che, per il momento, non si possono spostare per l’iter dei contenziosi autorizzati dal Broletto sul crollo della cattedrale vegetale, quindi sugli aspetti progettuali ed esecutivi. Ora restano delle piantine che si stanno sviluppando quasi spontaneamente – dal Comune assicurano il compito di bagnarle è affidato ad Astem. «Il progetto della “cattedrale” prevedeva che quelle querce dovessero crescere e svilupparsi attorno ai loro supporti nel corso di decenni, questo perché Giuliano Mauri si definiva secondo sculture, il primo è la natura, che ha il compito di costruire un’opera d’arte e dettarne anche i tempi – spiega Francesca Regorda, curatrice dell’archivio Mauri – la cattedrale doveva essere come un giardino da curare, in tempi lunghi le colonne avrebbero dovuto lasciare spazio al bosco di querce. Ora quanto sta crescendo non è la “cattedrale vegetale”».

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