LODI Esselunga, fase conclusiva delle demolizioni all’ex Consorzio per terminare entro la fine dell’anno

Gli addetti stanno lavorando per la rimozione di alcune lamiere nell’unico edificio rimasto in piedi

Matteo Brunello

Entro fine anno saranno concluse le demolizioni all’ex Consorzio agrario di via Abate Anelli. In questi giorni gli operai sono al lavoro sull’ultimo edificio rimasto in piedi, quello adiacente alla strada. «Sono in corso delle attività di rimozione delle lamiere, non in amianto, che con le dovute precauzioni gli addetti stanno togliendo - informa il coordinatore della sicurezza del cantiere, Fabio Signorelli -. La gran parte degli abbattimenti è conclusa, resta una struttura e altre piccole porzioni da sistemare, contiamo di finire per il mese di dicembre».

Il cantiere nell’area dismessa dietro la stazione è iniziato il 6 ottobre, gli interventi sono stati svolti dalla ditta Prandelli di Brescia, su incarico della società Aep di Milano, che ha presentato in Comune il piano urbanistico per realizzare il nuovo supermercato del marchio Esselunga. Nelle scorse settimane è stato raso al suolo anche il vecchio silos grani, simbolo dell’ex Consorzio agrario (fino al 2014 impresa di riferimento nella commercializzazione di fertilizzanti, sementi, mangimi, vendita e noleggio macchine e attrezzature agricole): è stato utilizzato anche un braccio meccanico di 35 metri, che nel giro di pochi giorni ha fatto a pezzi lo stabile che svettava a fianco allo scalo ferroviario. Sui 28mila metri quadrati restano le macerie, che saranno tutte rimosse per fare posto alla futura media struttura di vendita. Sono stati demolite le officine e il ricovero mezzi, oltre a un ex porticato usato come deposito.

Negli ultimi anni l’area dell’ex Consorzio era in stato di abbandono ed era piombata nel degrado. Si era formata anche un’ampia colonia felina, che verrà spostata in via Marconi, alle Fanfani.

Prima dell’apertura del supermercato di Esselunga occorrerà concludere anche la fase delle bonifiche dopo gli approfondimenti richiesti da Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, per svolgere verifiche sui terreni e sulle acque ed eliminare così le fonti di inquinamento.

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