LODI - ELEZIONI COMUNALI 2022 - Un appello ai candidati: parlate di futuro e programmi

Il punto del direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Lodi, in queste settimane, vede l’avvio della campagna elettorale. Una campagna elettorale anomala, a metà strada fra le limitazioni ancora imposte dal Covid e la voglia di riapertura che cresce di giorno in giorno avvicinandosi al 31 marzo. La città ha bisogno di tornare a incontrarsi, di socializzare, di ragionare sul proprio futuro. Viviamo un tempo di enormi cambiamenti, rivoluzionario a suo modo: siamo di fronte a svolte epocali che in passato richiedevano anni per dispiegare i propri effetti e che oggi si consumano in pochi mesi.

Dopo un biennio di pandemia non possiamo permetterci una campagna elettorale sterile e senza contenuti, fatta unicamente di attacchi personali. E dunque lanciamo un vibrante appello ai candidati: parlateci di programmi, parlateci di futuro.

Il ruolo della città capoluogo

Diteci ad esempio come intendete rilanciare il ruolo di Lodi come città capoluogo, traino dell’intera provincia. A trent’anni dall’istituzione dell’ente provincia, tocca ora a Lodi e in particolare al futuro sindaco uno sforzo supplementare, se vogliamo anche visionario, per delineare il Lodigiano dei prossimi venti-trent’anni.

La città verde, non una moda ma una necessità

Ai candidati sindaci chiediamo di volare alto, di raccontare quale modello di città intendono lasciare ai nostri figli. Partiamo dalla transizione ecologica. Non una moda ma una necessità, perché è in gioco la qualità della vita dei prossimi decenni. Cosa intendono fare i candidati per abbattere le emissioni? E soprattutto cosa propongono per ridurre il surriscaldamento, già in atto e tangibile, della nostra città? Servono scelte coraggiose, occorre piantare più alberi e togliere asfalto per provare ad abbassare di due/tre gradi la temperatura, anche nelle aree del centro storico, perché le estati saranno sempre più lunghe, calde e siccitose e non è pensabile una città che nelle ore centrali della giornata si spegne o vive unicamente di aria condizionata.

La città universitaria e il “modello Cremona”

Capitolo Università. Pavia non è un termine di paragone, perché in quel caso l’ateneo è la storia della città. Ma Piacenza, Cremona e Parma sono esempi a cui guardare: lì le università hanno rappresentato un volano per l’economia. A Lodi, se si esclude un certo fermento nel mercato degli affitti, tutto questo non è ancora avvenuto. E allora, al netto del Covid e della didattica a distanza (fattori temporanei) i candidati sindaci spieghino come intendono legare strettamente Veterinaria a Lodi e che futuro hanno in mente. A Cremona, grazie all’impulso pubblico e allo sforzo economico dell’imprenditore dell’acciaio Arvedi, la Cattolica ha realizzato un nuovo modernissimo campus a ridosso del centro e il prossimo passo è un nuovo polo universitario con Cattolica e Politecnico al posto di una vecchia caserma, con una parte rilevante di housing sociale, cioè di alloggi per studenti, professori, ricercatori. Tutto questo fermento ha generato e genererà indotto per la città. Lodi ha le carte in regola per fare ancora meglio: ci sono gli spazi, c’è un partner di primo piano (la Statale di Milano) e, a differenza di Cremona, è praticamente “attaccata” a Milano. Non si vede al momento l’Arvedi di turno, ma il futuro sindaco - chiunque esso sia - potrà certamente andare a bussare alle porte giuste (che non mancano e che dovrebbero aprirsi un po’ di più).

Il futuro museo di Lodi

Cultura. Che per Lodi, in questo momento, significa una sfida affascinante ma da far tremare i polsi: la creazione all’interno del Linificio di un polo museale da 18 milioni di euro. Soldi solo sulla carta. Ai candidati sindaci chiediamo innanzitutto se davvero credono in questo progetto e, secondariamente, ricordiamo che per impegnare una città di 45mila abitanti in una sfida di questo tipo occorrono progetti seri e concretizzabili, bisogna spiegare nel dettaglio agli elettori cosa si farà dopo aver realizzato la parte strutturale, quali contenuti innovativi ci metteremo (limitarsi a esporre quadri e ceramiche non attirerà turisti...), come si genererà reddito, come si potrà mantenere nel lungo periodo questa iniziativa.

Non esprimiamo per ora un giudizio di merito su questo progetto perché ancora troppo poco si conosce, sfruttiamo i mesi della campagna elettorale per riempire di contenuti questa ambiziosa idea, che quantomeno è meritevole di attenzione.

La Cavallerizza

I candidati ci dicano anche cosa intendono fare della Cavallerizza. Ai cittadini non dicano “faremo”, ma, “potremo fare, con queste risorse e con questi obiettivi”.

Fanciullezza

Bambini. Il progetto di realizzare un polo dell’infanzia con asilo nido (unica struttura al momento presente), ludoteca e spazi polifunzionali e per la ristorazione all’ex Fanciullezza è ancora valido? Ci sono idee alternative?

Servizi sociali

L’attuale amministrazione di centrodestra cinque anni fa ha scelto di uscire dal Consorzio servizi alla persona. Scelta legittima. Oggi è soddisfatta dell’alternativa messa in campo? Dal punto di vista dei risultati e della spesa la ritiene una scelta corretta? E ancora, il candidato sindaco di centrosinistra intende tornare nel Consorzio? E che idee hanno gli altri candidati sindaci?

La sanità

Ancora uno spunto, che speriamo diventi la base per un serio dibattito, andando oltre gli slogan e le direttive di partito. Cosa pensano davvero i candidati sindaci della sanità lodigiana? La ritengono adeguata alle esigenze del territorio? Come intendono accompagnare - e se necessario contestare per migliorare - la riforma sanitaria regionale? Quali emergenze ritengono di dover porre, con forza e unendo il maggior numero di sindaci, all’attenzione della Regione? Noi ci limitiamo a suggerire la carenza di medici di famiglia e le liste d’attesa per gli esami.

© RIPRODUZIONE RISERVATA