LODI Dopo l’incendio a Torretta sono inagibili due appartamenti

La testimonianza: «Non potevo scendere, i pompieri mi hanno preso dal balcone». Sono nove le famiglie evacuate dai vigili del fuoco

L’odore acre di ciò che è andato in fumo è ancora nell’aria nei pressi della palazzina. Basta avvicinarsi al nastro rosso e bianco che impedisce il passaggio appena sotto il balcone spalancato dell’appartamento al primo piano. A terra, c’è un piccolo cumulo di mobili e altri oggetti anneriti. Si intravedono gli scheletri di alcune sedie, della carta, alcuni canovacci da cucina; oggetti di uso comune resi inutilizzabili dalle fiamme. Negli occhi di chi c’era, domenica sera, di chi è arrivato subito dopo, di chi invece era nella propria abitazione e ne è uscito dal balcone, grazie all’autoscala dei vigili del fuoco, c’è ancora la paura.

La mattina dopo il rogo che domenica ha fatto scattare l’allarme in tutto il quartiere Torretta, all’imbocco di via Landriani, non c’è tanta voglia di parlare. C’è il via vai di chi non può tornare a casa - oggi rimangono chiusi l’appartamento interessato dall’incendio e quello immediatamente sopra, che non è abitato al momento - e cerca di fare mente locale, raccogliere abiti e oggetti. E c’è chi stamattina ha ottenuto il via libera, ma è ancora scosso, come Daniele Oppizzi, che è seduto ai tavoli del bar che è proprio lì accanto, il Bar Mabi’s. Il tranquillo tran tran di una domenica qualunque, qui a Torretta, si è interrotto intorno alle 18.30 di domenica pomeriggio.

Per la famiglia che vive nell’appartamento interessato dall’incendio era stata una domenica di festa, per la comunione di una parete. Al ritorno, quando hanno aperto la porta di casa, sono stati travolti dal fumo e hanno intravisto le fiamme che avvolgevano il soggiorno. «Ero sceso per dare da mangiare ai gatti e ho avvertito questo odore acre, di bruciato, e ho pensato subito ci fosse qualcosa che non andava nel bar, il frigorifero o qualcos’altro - spiega Franco Bianchi del bar Mabi’s - : mi sono messo a controllare tutto, ma era tutto in ordine. Quell’odore però non se ne andava e solo dopo mi sono affacciato e mi sono spaventato. C’era fumo ovunque in strada».

E la macchina dei soccorsi già attiva. «Sono venuti i vigili del fuoco a prendermi dal balcone - racconta indicando il piccolo terrazzino al terzo piano il signor Secchi, che vive qui da oltre 40 anni - e la scala era impraticabile, per cui siamo stati prelevati da qui dai vigili del Fuoco. Stanotte ho dormito da mio figlio». Daniele Oppizzi invece non era in casa, ma c’era la sorella. «Sono andato a riprenderla stanotte al pronto soccorso, ci è rimasta per accertamenti - spiega - : ci siamo spaventati sì, ma fortunatamente è andata bene. Oggi ci è stato permesso di tornare in casa, manca il gas e adesso sto aspettando l’idraulico per la caldaia». Nove complessivamente le famiglie del complesso che sono state evacuate per il rogo al primo piano, uno solo l’appartamento vuoto al momento disabitato. Le operazioni di spegnimento del rogo e di messa in sicurezza sono proseguite fino a sera, seguite dal quartiere in apprensione. Il giorno dopo, per chi ha perso ricordi e oggi è fuori casa per l’incendio, rimangono la paura e il dolore.

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