LODI Contro il degrado a San Fereolo scendono in campo volontari e inquilini VIDEO

Iniziativa patrocinata da Legambiente ieri mattina tra le palazzine “popolari”, recuperati rifiuti di ogni tipo all’esterno del complesso Aler

I volontari di Legambiente all’opera in via San Fereolo per dare decoro e pulizia all’esterno delle case Aler. Tre palazzine di sette piani che ospitano quasi un centinaio di famiglie, abbandonate all’inciviltà e atti di vandalismo. Cartacce, mozziconi di sigarette, bottiglie e lattine di birra. Ma non solo. Perché perlustrando l’area esterna del complesso residenziale, i volontari si sono presto imbattuti in una grave situazione di degrado: rifiuti ingombranti abbandonati qua e là, ante di armadi, resti di un vecchio divano, cocci di ceramica di un lavabo rotto, tv, stereo, biciclette abbandonate.

«Fino a pochi mesi fa, prima dell’intervento della polizia municipale, il parcheggio era diventato un deposito di automobili fuori uso e rottami» racconta Costantino, residente nel quartiere. Una situazione che continua a destare malumori e controversie tra i residenti, di origini ed etnie diverse. «Nella nostra palazzina ci siamo organizzati con le pulizie a turno - spiega Amina, 14 anni, residente nella palazzina B -. Ognuno, a rotazione, si occupa del suo pianerottolo e delle scale e sembra che sia una soluzione al problema». Dunque, in campo armati di tutto punto con guanti, scope, badili e sacchi, i volontari coordinati da Andrea Poggio, referente del circolo Legambiente “Lodi verde” hanno dato un nuovo look al complesso popolare.

«Ci siamo impegnati promuovendo manifesti in lingua italiana e araba presso ogni palazzina, per reclutare volontari che aderissero all’iniziativa - spiega Poggio -. Gli spazi comuni non sono di nessuno ma, allo stesso tempo, sono di tutti. Dunque, è importante che tutti i residenti si impegnino per tenere pulita e ben manutenuta l’area». Una dozzina, tra grandi e piccini, hanno preso parte all’iniziativa ecologica: «Abito qui da solo tre mesi - ha raccontato Latifa Gabsi impegnata nelle pulizie insieme alla figlia Evinsherin di sei anni -. Effettivamente la situazione non è delle migliori. Facendo da portavoce ho cercato la collaborazione da parte delle famiglie musulmane e qualcuno ha aderito con piacere».

Ma le problematiche non riguardano esclusivamente l’abbandono scorretto di rifiuti: «Qui convivono tante persone di culture diverse - spiega Aouni Faten di origine Tunisina -, ma c’è proprio una spaccatura tra italiani e stranieri, quasi non ci si rivolge la parola». E non mancano le accuse tra vicini di casa, per una situazione di abbandono che dura ormai da anni: «Servirebbe implementare la videosorveglianza - commenta uno dei residenti -. Per scoraggiare comportamenti incivili e sanzionare i maleducati».

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