Lodi non c’è. Nella classifica dei comuni lombardi “ricicloni” con più di 10mila abitanti il nostro capoluogo non c’è, nonostante da tempo l’amministrazione comunale si impegni sul fronte della differenziata e del riciclo.
Un’ assenza che il lodigiano Sergio Cannavò, vicepresidente di Legambiente Lombardia, non manca di far notare, anche con parole dure: «A Lodi ci si è incaponiti per anni con la sperimentazione dei cassonetti, quando è evidente, dai numeri e dai risultati delle altre città, che non è quella la strada giusta, ma la raccolta porta a porta. Non solo. Nel capoluogo - continua Cannavò - non c’è un buon sistema di controllo e di contravvenzione per chi non differenzia».
Il responsabile di Legambiente respinge anche le possibili giustificazioni circa la difficoltà di gestire una realtà di grandi dimensioni come Lodi, rispetto a un paesino come Comazzo: «Nessuno nega che in un piccolo paese sia più facile. Ma tra le prime cinquanta classificate ci sono realtà in tutto e per tutto simili alla nostra, come Crema, che fa il 67,7%, o Legnano che fa il 61,1%, o Gallarate con il 62,2%». Critiche che l’assessore Uggetti rispedisce al mittente, a partire da quella del mancato controllo: «Il signor Cannavò è male informato: il sistema di controllo c’è, con due o, a volte, tre, ausiliari dell’ambiente, formati e con delega apposita del sindaco: non solo si occupano di adiuvare il controllo tramite le videocamere, ma svolgono anche una continua azione di prevenzione e, ove occorra, sanzione».
Anche il rimprovero per non essere tra i cinquanta comuni con più di 10mila abitanti più virtuosi non va giù all’assessore: «Nel 2006 Lodi differenziava solo il 36% dei rifiuti, oggi - dice citando il dato aggiornato a ottobre 2011 - siamo al 49% con una crescita del 13% in cinque anni. Il che a mio parere è già un buon dato. Il nostro impegno comunque non si ferma e da qui intendiamo partire per un progressivo miglioramento, anche con l’ampliamento, previsto per il 2012, della zona in cui si effettua la raccolta porta a porta».
Insomma anche se c’è ancora da lavorare, i risultati, secondo Uggetti, sono buoni: «Non esistono sistemi perfetti, ognuno va valutato e calibrato. E poi - conclude graffiante – una cosa è amministrare una città, un’altra stilare classifiche».
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