LODI All’Albarola ora c’è la piazza dedicata a Giovanni Paolo II

Domenica la cerimonia di intitolazione di un’area frequentata da giovani e famiglie

Il volto sorridente di Papa Wojtyla veglia sul quartiere Albarola e sulla piazza da sabato dedicata a Giovanni Paolo II. Al Pontefice “santo subito”, come intonarono i fedeli nel giorno delle esequie, canonizzato a soli nove anni dalla morte, nel 2014, è stato intitolata una delle piazze più vissute dai giovani e dalle famiglie. Perché proprio i giovani, come ha ricordato il sindaco di Lodi Sara Casanova, con cui ha avuto un rapporto privilegiato, possano trarre ispirazione ed esempio dalla sua straordinaria figura. Sabato pomeriggio, la cerimonia per il disvelamento della targa su cui sono impressi il nome e il volto del Papa diventato santo. «Il 2 aprile 2005, quando le sue condizioni si stavano aggravando, il Papa venne informato che una grande folla composta da tanti giovani era radunata in preghiera in piazza San Pietro e per i giovani ha espresso a fatica il suo ultimo pensiero: “Vi ho cercato e adesso voi siete venuti da me e di questo vi ringrazio” - ha ricordato Casanova - : sono passati 17 anni da quei momenti di profonda commozione per la scomparsa di un uomo, di un Papa, che per 27 anni aveva condotto la Chiesa nel mare agitato della storia conquistandosi l’appellativo di “Grande”.

Carol Wojtyla, con il suo ruolo decisivo nella caduta del muro di Berlino e nel crollo dei regimi comunisti, cambiò il corso della storia in Europa, consegnando libertà e pace al mondo sul finire di un secolo sconvolto dalle guerre». Il sindaco ha ricordato anche l’impegno contro le mafie e la «capacità di costruire ponti che si riflette nel rapporto privilegiato con i giovani», per cui creò le Giornate mondiali della gioventù. «E oggi siamo qui in una piazza frequentata ogni giorno da bambini e da giovani perché speriamo che questa intitolazione possa avere un significato e un valore profondo perché imparino a conoscere un grande testimone di amore, amicizia e pace e traggano ispirazione ed esempio» ha chiuso il sindaco, ricordando anche la visita del Pontefice a Lodi nel 1992. A portare il saluto del vescovo Maurizio don Elia Croce, parroco della parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo, che ha giudicato «significativa l’intitolazione per consegnare alla memoria di quanti verranno dopo di noi, figure di questo calibro come riferimenti di vita e di valori da custodire». Affidata a don Antonio Peviani, parroco di Sant’Alberto Vescovo, la benedizione dello slargo perché «diventi luogo di incontro tra le generazioni dove si respira prossimità, solidarietà e valore del bene comune».

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