Lodi al voto, primi scintille tra i partiti

Con le dimissioni di Lorenzo Guerini dalla carica di sindaco di Lodi, i giochi per la sua successione restano aperti. Le elezioni dovrebbero tenersi a maggio, nei prossimi quindici giorni palazzo Broletto sarà governato ancora dalla giunta (presieduta dal vicesindaco) che si limiterà all’ordinaria amministrazione fino a domenica 20 gennaio.

Sarà dunque la compagine uscente a presiedere, seppure senza più il sindaco, le solenni celebrazioni di sabato 19 gennaio quando la città e la diocesi festeggeranno San Bassiano. Spetterà al vicesindaco Giuliana Cominetti consegnare le benemerenze civiche unitamente all’annuale Fanfullino. E sarà sempre la giunta uscente, all’indomani mattina, domenica 20 gennaio, a inaugurare il restauro della biblioteca Laudense, alla presenza del ministro Lorenzo Ornaghi. A partire dal lunedì successivo gli assessori lasceranno palazzo Broletto e sulla poltrona del sindaco si insedierà il commissario prefettizio, che molto probabilmente sarà il viceprefetto vicario Mariano Savastano. Nel frattempo le forze politiche si stanno riposizionando, seppure – per ora – con scarsi risultati concreti.

La sfida interna al centrosinistra

Partiamo dal centrosinistra. La palla è soprattutto nelle mani del Pd, il cui apparato è tornato a rafforzarsi dopo le primarie, dopo che negli ultimi anni era stato un po’ offuscato dalla presenza di Guerini. Mai come in queste ultime settimane il punto di riferimento del centrosinistra a Lodi è tornata ad essere la sede del partito. Potrebbero scendere in campo, candidati sindaci, sia il segretario provinciale Mauro Soldati che il consigliere regionale uscente Fabrizio Santantonio, ma l’ipotesi in ambedue i casi è molto remota. Da un paio di anni sono tre gli assessori uscenti della giunta Guerini che studiano da sindaco: il vicesindaco Giuliana Cominetti, Simone Uggetti e Andrea Ferrari. Gli ultimi due sono espressione del Pd. Il primo più espressione all’apparato del partito, il secondo più sostenuto da gruppi e movimenti. Giuliana Cominetti, molto vicina ad associazioni svariate presenti in città, potrebbe smarcarsi e correre con una propria lista civica. A tale proposito a Lodi c’è chi vedrebbe di buon occhio la nascita di una “lista Monti” con la Cominetti candidato sindaco: ma la diretta interessata ufficialmente non scioglie ancora le riserve.

A fianco dei tre c’è poi il temuto convitato di pietra, Gianpaolo Colizzi, presidente uscente del consiglio comunale, che con la sua lista civica ha sempre raccolto un congruo numero di voti e che potrebbe diventare ago della bilancia.

Con una situazione così frammentata è quasi certo che il centrosinistra terrà le primarie, ma in tal caso sul tavolo ci sono più di una ipotesi circa il loro svolgimento: a un turno solo o a due turni? Col ballottaggio o senza? Più vicine all’apparato dei partiti o aperte alla società civile? Per Mauro Soldati, una brutta gatta da pelare.

A sinistra sono in molti a dichiarare di essere pronti a votare, in caso di primarie, per Michela Sfondrini, titolare della libreria di corso Vittorio Emanuele. Altri a sinistra vedrebbero di buon occhio, sempre per le primarie, la discesa in campo dell’assessore Silvana Cesani. Ma nulla finora è stato ufficializzato.

Sono in molti in città ad attendere che dal cilindro spunti il nome di un candidato che sia espressione del mondo cattolico, ma i bene informati assicurano che dalla curia vescovile non sarà fatto alcun nome.

Gli ultimi due sindaci hanno sempre vinto in carrozza in un’epoca nella quale la città votava, lo stesso giorno e con schiacciante maggioranza, Formigoni (espressione del centrodestra) presidente della Regione Lombardia e Aurelio Ferrari prima e Lorenzo Guerini poi (espressione del centrosinistra) primi cittadini della città. Segno evidente di un elettorato che ha premiato ripetutamente un candidato uscito dalle file cattoliche, seppure non diretta espressione delle stesse.

Centrodestra in alto mare

Quanto al centrodestra, i suoi componenti navigano a vista. Tutto è ancora collegato ai colloqui in corso a livello nazionale tra Berlusconi e Maroni. Se ci sarà la riproposizione dell’alleanza tra Pdl e Lega nord, anche a Lodi le due forze politiche potrebbero correre insieme, come in passato, con liste differenti ma con un unico candidato sindaco.

Nel partito di Maroni le bocche restano cucite, ma i nomi di possibili candidati sindaco che si lasciano sfuggire gli attivisti della Lega sono due: l’avvocato Matteo Boneschi (attuale assessore della giunta provinciale di Lodi) e il commercialista Oscar Ceriani (presidente di Eal Spa). Quest’ultimo avrebbe già fatto sapere di non essere disponibile all’impegno. Qualora si dovesse addivenire a un patto Lega-Pdl, i leghisti sostengono di voler esprimere il candidato sindaco, visto che nella passata tornata amministrativa l’esponente berlusconiano Sergio Tadi fu pesantemente battuto da Guerini.

In casa Pdl da una settimana circola con qualche insistenza il nome del consigliere uscente Lorenzo Maggi. C’è chi dice che all’ultimo momento sarà indicato candidato sidaco “un esponente della società civile” (che a tutt’oggi non c’è). E qualcuno giura che Tadi, che due anni dopo le elezioni ha abbandonato il Pdl ed è entrato nel gruppo misto, sta accarezzando l’ipotesi di ripresentarsi alla guida di una lista civica.

Qualora il Pdl dovesse correre da solo, i problemi cui andrebbe incontro sarebbero di non poco conto, considerato il fatto che a Lodi si muove da un paio di anni un’agguerrita pattuglia che si rifà ad Alleanza nazionale, che ha aderito alla neonata forza politica dei Fratelli d’Italia e che in questi anni ha tenuto in città convegni, incontri e banchetti. Qualora questi ultimi dovessero scendere in campo con una propria lista autonoma, il candidato naturale non potrebbe che essere il consigliere comunale uscente Andrea Dardi.

Le altre formazioni

Da qualche settimana a Lodi corrono voci secondo le quali sarà predisposta anche una lista che farà riferimento alla giovane formazione politica di Oscar Giannino: quanti voti raccoglierà?

L’incomodo principale, per tutti, è però costituito dal Movimento 5 Stelle, la cui prima uscita pubblica molto visibile e ufficiale è stata costituita dalla manifestazione di protesta tenuta il giorno dell’inaugurazione del nuovo ingresso dell’ospedale Maggiore. Ai presenti non è sfuggito che a guidare la protesta ci fosse il geometra Mauro Spelta, professionista residente in centro storico. C’è chi lo indica come futuro candidato sindaco di Lodi nella lista di Beppe Grillo. Una lista che anche a livello locale si prepara a raccogliere, al di là di chi si presenterà candidato, il voto di protesta e di un alto numero di scontenti.

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