Lo spettro della cassa per 60 all’IperDì

Coinvolti i 40 dipendenti del “super” cittadino

Lo spettro della cassa integrazione in deroga sull’IperDì. La crisi coinvolge 40 dipendenti di Lodi e 20 di San Colombano. È da novembre che l’azienda ha comunicato la volontà di procedere in tal senso, ma dai sindacati assicurano: «Non c’è ancora nessuna richiesta ufficiale da parte della proprietà». I lavoratori però sono in agitazione. Lunedì sera i sindacati hanno incontrato i dipendenti dell’ipermercato di viale Milano. La segretaria della Cisl del settore commercio Sonia Curti getta acqua sul fuoco. «È in vista l’apertura della cassa in deroga con riduzione d’orario - spiega -. Un provvedimento che dovrebbe durare fino a giugno. Sarà a riduzione d’orario e nessuno resterà a casa senza lavoro. Non sappiamo ancora quando partirà. Purtroppo, nelle aziende con meno di 50 dipendenti non ci sono altri ammortizzatori. Purtroppo, insieme alla Cgil, firmiamo tutti i giorni provvedimenti di questo tipo. Dall’inizio dell’anno ne abbiamo già firmati 20. Nel Lodigiano tutte le aziende sono in difficoltà. Le strutture più grandi stanno a galla, quelle più piccole sono costrette a ricorrere agli ammortizzatori sociali». Cauto anche il segretario Cgil del commercio Angelo Raimondi: «È prematuro parlare di questa questione - commenta -. Non abbiamo firmato nulla, non ci sono richieste scritte, anche se gli orientamenti vanno in quel senso. Siamo intenzionati ad andare incontro alle esigenze dell’azienda». La cassa in deroga può durare massimo 12 mesi. Secondo la normativa, il suo ammontare è pari all’80 per cento della retribuzione (di cui 70 per cento a carico dello Stato e 30 per cento a carico della regione Lombardia). Il sostegno economico viene erogato direttamente al lavoratore da parte dell’Inps. Ad essere coinvolti nel provvedimento che riguarda l’IperDì sarebbero commessi, cassieri, macellai e salumieri, oltre ai coordinatori.

La cassa integrazione potrebbe, secondo fonti non confermate, partire a febbraio e avere una rotazione di due settimane in due settimane.

«Siamo tutti preoccupati - commenta un gruppo di dipendenti -. Questa voce è da novembre che è in circolazione. Ci hanno detto che la prima tranche di persone che saranno messe in cassa terminerà a giugno, poi dipenderà dal fatturato. Chiediamo che i sindacati si prendano a cuore la nostra situazione».

«Se va in crisi anche il settore alimentari - commenta per la Uil Sante Bolognesi - vuol dire che siamo messi proprio male».

In questi giorni, intanto, il gruppo Lombardini a cui fa capo la catena Ld sta procedendo, a livello nazionale, ad una riorganizzazione. Il gruppo punta alla crescita del segmento discount, con l’addio a ipermercati, supermercati e cash & carry.

Cri. Ver.

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