L’inchiesta sulla Molina:«Il depuratore ha dei problemi»

«Il depuratore di Lodi ha dei problemi»: solo questo, finora, trapela dagli inquirenti dopo il sopralluogo compiuto in novembre da Corpo forestale dello Stato e Arpa sulla roggia Molina, il fossato che attraversa la città di Lodi, passando anche sotto i giardini di viale Quattro Novembre, e che nel suo ultimo tratto riceve anche i reflui dell’impianto di trattamento delle fognature della città.

Se i problemi siano o meno di rilevanza penale, o solamente tecnici, è troppo presto per saperlo: la procura ha imposto il silenzio sull’esito delle analisi consegnato alcuni giorni fa dai laboratori dell’Arpa. Un “giallo” che gli inquirenti hanno già risolto, comunque, c’è: era quello della competenza sulla roggia, che in passato era appartenuta al Linificio - Canapificio e che poi era stata utilizzata come fognatura, con tanto di canoni versati ai proprietari. Altri tempi: ora le fogne sono una cosa e i corsi d’acqua un’altra. A guardare l’ultimo tratto della Molina, però, qualche dubbio su questa ferrea distinzione veniva, visti il colore grigio-chiaro dei sedimenti e i rifiuti penzolanti dalla vegetazione.

Dopo aver ricevuto segnalazioni sull’apparente degrado del corso d’acqua il pm Paolo Filippini aveva avviato l’indagine ed era stato organizzato il sopralluogo, che aveva visto impegnati tecnici con maschera antigas per effettuare numerosi campionamenti: a monte e a valle dello scarico del depuratore, in corrispondenza della foce in Adda e anche in altri punti. È stato effettuato anche un censimento degli scarichi, per verificare se tutti, almeno dal punto di vista amministrativo, abbiano le necessarie autorizzazioni provinciali.

«Di problemi al depuratore non siamo stati informati», spiega al proposito il presidente di Società acqua lodigiana Antonio Redondi, rimandando ai tecnici per i dati rilevati in proprio dalla società su quanto viene scaricato dal collettore. L’impianto, dall’1 agosto del 2009, è affidato alla Sal. In precedenza era di proprietà e gestione Astem, e l’ultimo ampliamento data primavera 2006, per portare l’impianto da una capacità teorica di 35mila a quella attuale di 55mila abitanti. Le prime vasche di trattamento erano state attivate nel 1982 e da allora molto si è fatto per portare tutte le acque nere di Lodi alla località Costino, dove si concentrano tutti gli impianti per la depurazione. I lavori del 2006 comprendevano anche l’installazione di uno “sterilizzatore” a ultravioletti per ridurre la carica batterica in uscita.

«Finora non sono stati segnalati al comune problemi nel depuratore - spiega l’assessore all'ambiente Simone Uggetti - e non ritengo opportuno commentare ipotesi o indiscrezioni. L’impianto, ricordiamo, non è da tempo di competenza municipale, anche per quanto riguarda il finanziamento di ampliamenti che, con lo sviluppo della città, potrebbero rendersi necessari in futuro».

Trapela solo un’indiscrezione dopo l’avvio dell’indagine della procura di Lodi sul degrado della roggia Molina: dopo il sopralluogo della Forestale e dell’Arpa emergerebbero dei problemi per il depuratore

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