L’INCHIESTA Lodi e Piacenza, vaccini a velocità diverse

Nel Lodigiano siamo ancora alle seconde dosi della prima fase mentre al di là del ponte sul Po stanno già trattando gli ultra80enni a casa

Vaccini, basta il ponte del Po a fare la differenza. Non è un motto della Lega Nord, ma il confronto tra la campagna vaccinale in Emilia Romagna e in Lombardia, a favore, stando ai numeri e alle scelte, della prima. In Lombardia, infatti, siamo ancora alle seconde dosi della prima fase, a Piacenza, invece, il 2 febbraio hanno già iniziato a vaccinare gli ultra 80enni in assistenza domiciliare. Ma andiamo per ordine.

Per parlare della Lombardia, prendiamo ad esempio, l’Asst di Lodi (che è stata secondo i dati di un paio di settimane fa la più virtuosa dell’Ats) e quella di Piacenza. Dopo il Vaccine day del 27 dicembre, quando ovunque sono state vaccinate 50 persone, a Piacenza sono stati fermi il 28 e il 29 dicembre, e il 31 dicembre hanno vaccinato 150 persone. A Piacenza, poi, hanno riposato l’1 e il 2 gennaio e hanno ripreso il 3 vaccinando 300 soggetti. Il 3 gennaio, quindi, quando loro erano a 500 vaccinazioni somministrate, in Lombardia eravamo ancora a 50.

La ripresa, infatti, da noi, è avvenuta il 4 gennaio. In quel primo giorno, successivo al vaccine day, l’Asst ha vaccinato 240 persone. Mentre l’Azienda unità sanitaria locale di Piacenza (che riunisce insieme ospedali e territorio) alla sera del 4 era arrivata a 950 dosi inoculate, noi eravamo fermi a 290.

L’Asst di Lodi, a dire il vero, poi ha recuperato. Ad oggi, infatti, ha fatto sapere l’Ats, sono state vaccinate con la prima dose, in provincia di Lodi, 6201 persone. E sono in corso le seconde dosi che hanno quasi raggiunto le 5mila unità.

Nell’Asst di Piacenza, le dosi somministrate (dato aggiornato al 31 gennaio 2021) sono 13mila89 (4390 con le due dosi) Nell’80 per cento dei casi si tratta di operatori sanitari (3502), nel 15 per cento di operatori non sanitari e nel 5 per cento di ospiti delle strutture sanitarie.

La cosa che colpisce di più, però, a livello di confronto, è l’avvio, a Piacenza, il 2 febbraio, della vaccinazione per gli over 80. «Quel giorno - spiega l’Ausl di Piacenza in una nota -siamo partiti con la campagna vaccinale per le persone dagli 80 anni in su, per i quali sono attive forme di assistenza domiciliare, quindi assistenza domiciliare integrata (Adi) e Assistenza domiciliare programmata (Adp). Le vaccinazioni avvengono al domicilio del paziente, previo contatto telefonico o in presenza da parte dell’infermiere per preadesione. L’anamnesi vaccinale e il consenso informato sono acquisiti dal medico dell’equipe, in loco, prima della somministrazione. Il medico dell’equipe, poi, si occupa della vigilanza post somministrazione a casa dell’anziano».

Il piano di vaccinazione per gli over 80, in Lombardia, invece -, ha precisato la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Letizia Moratti durante la conferenza stampa di inizio settimana, per la presentazione del nuovo ruolo del consulente Guido Bertolaso, partirà il 24 febbraio. Regione ha individuato una fase 1 bis, per andare incontro a tutte le categorie non ricomprese nella fase 1 - ha detto la consigliera regionale Selene Pravettoni -. Categorie queste, che sono di vitale importanza per il sistema sanitario. Mi riferisco alle Rsd, all’Assistenza domiciliare, ai Centri diurni, ai farmacisti, ai dentisti, alla sanità militare e Polizia di Stato, agli ambulatori accreditati e medici liberi professionisti, agli informatori scientifici del farmaco». In Lombardia, ad oggi, sono state somministrate circa 300mila dosi.

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