L’inchiesta della procura sulla Molina

La procura indaga sullo stato di degrado ambientale della roggia Molina e manda un’ispezione amministrativa fin dentro il depuratore di Lodi: ieri mattina per più di tre ore tecnici del Corpo forestale dello Stato e dell’Arpa hanno fatto campionamenti delle acque della roggia Molina, della vicina roggia Sandona, le cui acque vi confuiscono dentro, e del depuratore di Lodi alle porte della città, sulla strada Vecchia Cremonese.

Non è la prima volta che i tecnici fanno dei prelievi delle acque in zona, ma ieri mattina il dispiegamento di forze della Forestale è stato massiccio e non è passato inosservato, a partire dalla presenza in loco del vicequestore aggiunto Andrea Fiorini, comandante del Corpo.

Le prime analisi, condotte su campioni prelevati nelle settimane passate, avrebbero confermato il grave stato di salute della roggia Molina. Nel canale confluiscono di sicuro scarichi domestici di acque nere, e forse anche scarichi industriali, della città di Lodi. Se autorizzati o abusivi è ancora tutto da appurare.

Quel che è certo è che si tratta dunque di una fogna a cielo aperto, almeno nel suo ultimo tratto, una fogna che non entra nel depuratore ma che attraversa l’area naturalistica della Foresta di pianura e del Parco Adda sud e che sfocia poi in Adda.

La roggia nasce da fontanile a Montanaso e attraversa poi l’intera città di Lodi da nord-ovest a sud-est in un percorso sotterraneo che passa in centro, lungo i giardini del Passeggio, e ritorna a cielo aperto in corrispondenza della scarpata morfologica di via Vecchia Cremonese.

Qui l’odore molesto fa subito capire che qualcosa non va, una sensazione rafforzata dalla vista delle acque della roggia: biancastre e melmose, trasportano e abbandonano sulle rive rifiuti da scarico domestico, plastica, carta, pannolini, assorbenti. I rami delle piante che lambiscono le acque imprigionano carta e plastica trascinata dalla corrente, e le foglie sembrano come bruciate, più per effetto dell’inquinamento che non della stagione autunnale.

Infine, i tecnici della Forestale e dell’Arpa hanno eseguito diversi rilievi anche nel depuratore di Lodi, le cui acque ripulite finiscono dentro la roggia Molina: l’intento è quello di capire se le acque depurate cambino o meno lo stato e la composizione delle acque della Roggia, e in che modo. Da qui la necessità di verificare lo stato di funzionamento del depuratore gestito da Sal.

Per tutti questi motivi la procura di Lodi ha aperto un fascicolo d’indagine penale a carico di ignoti. I reati ipotizzati sono di carattere ambientale: sicuramente si può configurare il reato di deposito incontrollato di rifiuti, dal momento che i reflui fognari trascinano e abbandonano rifiuti, in attesa di capire dalle analisi dell’Arpa se sussistano ulteriori pericoli per l’ambiente, anche in riferimento alle zone di pregio naturalistico che la roggia attraversa a valle, o per la salute pubblica.

Ancora tutto da decifrare, poi, rimane il quadro delle responsabilità e delle competenze tra il consorzio primo proprietario della roggia, il comune di Lodi, che negli anni Trenta ne prese in carico la gestione del tratto cittadino in cambio della possibilità di canalizzarla e coprirla, e Sal, gestore dei servizi idrici nella Provincia.

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