VIDEO Lodi, l’ex sindaco Simone Uggetti assolto in appello con formula piena: «È la fine di un incubo». Sul «Cittadino» in edicola mercoledì lo speciale

Anche per i tre coimputati è arrivato il medesimo verdetto. L’accusa per l’esponente del Pd era turbativa d’asta.

L’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti e i tre computati per lo scandalo piscine del 2016 sono stati assolti dalla seconda sezione della Corte di appello di Milano. Il verdetto è arrivato poco prima delle 14. Uggetti, esponente del Pd, in primo grado, il 29 novembre del 2018, era stato condannato a 10 mesi per turbativa d’asta. Con lui furono condannati, per ipotesi di concorso nel reato, a 8 mesi l’avvocato Cristiano Marini e a 6 mesi l’imprenditore Luigi Pasquini e il dirigente comunale Giuseppe Demuro. Ora per tutti è arrivata l’assoluzione nel secondo grado di giudizio, con formula piena «perché il fatto non sussiste». Revocate anche le statuizioni civili, cioè il diritto della città di Lodi a fare causa agli imputati perché risarcissero i danni, un risultato per il quale si era speso personalmente, in veste di privato cittadino, Massimo Casiraghi, attualmente consigliere comunale dei 5 Stelle, perché nè l’amministrazione commissariale succeduta alle dimissioni di Uggetti nè l’attuale giunta di centrodestra hanno voluto costituirsi. «La sentenza, di cui attendiamo le motivazioni, riconosce che i fatti non hanno portato a una turbativa d’asta, esclude che ci fosse collusione tra Comune e privati, e dimostra la buona fede dell’avvocato Cristiano Marini», è una delle prime dichiarazioni a caldo di uno dei difensori, l’avvocato Angela Maria Odescalchi.

«È un’assoluzione “tranchant” . osserva l’avvocato Pietro Gabriele Roveda, co difensore dell’ex sindaco Uggetti. Chi ha visto il processo di primo grado ha capito i fatti, e questa corte d’appello riteniamo lo abbia finalmente fatto. Peccato che siano serviti cinque anni. La città di Lodi non si meritava questa vicenda, e sono molto contento anche per Simone Uggetti».

«È la fine di un incubo», la prima dichiarazione dell’ex sindaco Pd. Che ha poi affidato a Facebook una dichiarazione più ampia: «Grazie di tutto, alla mia famiglia, a mia moglie, a mio fratello, ai miei avvocati Roveda e Adriano Raffaelli. Dopo la verità emersa nel primo grado (il giudice pur condannandomi scrisse che agii nell’interesse pubblico) è arrivata la giustizia. Sono grato alla mia città dove tutti mi conoscono e sanno che ho sempre agito nell’interesse pubblico. Grazie ancora, è stata durissima ma anche con il vostri aiuto sono riuscito a superare i tanti momenti bui».

In serata il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro spiega: «Il diritto non è matematica e si caratterizza per le possibili diverse valutazioni di un medesimo fatto storico, soprattutto se lo si rapporta a ipotesi di reato che per loro natura sono complesse come nel caso in questione. Prima di parlare di “assoluzione tranchant” bisognerà analizzare le motivazioni».

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