L'ex asilo senza futuro sta diventando una foresta di erbacce

Ritirata la proposta di un costruttore, l’edificio è lasciato al degrado

Su una delle vetrate che si affaccia su via Volturno ancora si vedono gli alberi di Natale di carta, il verde della chioma, le palline colorate, la stella in cima, probabilmente frutto di qualche ora di lavoro e sorrisi dei più piccoli, chissà quando nel tempo che fu. Sull’accesso ancora si colgono gli avvisi per gli utenti, come se, da un lato, quello dell’utilizzo dell’immobile, il tempo si fosse fermato per sempre, bloccato nell’immagine dei genitori che qui portano i loro figli ogni giorno. Basta dare uno sguardo d’insieme, poi, subito dopo, per scorgere invece il quadro complessivo e l’usura del tempo. I cespugli diventati in alcuni punti quasi alberi, tanto sono cresciuti in altezza assolutamente indisturbati per mesi e mesi; la rampa di accesso per i bambini con disabilità, appena oltre la cancellata in metallo che corre accanto al marciapiede rasoterra su via Volturno, diventata oggetto di qualche lancio di sacchetti per le deiezioni canine, risultato del gesto di incivili che invece di ricorrere al cestino (sempre più difficile a trovarsi, invero) hanno scelto di liberarsi così del rifiuto raccolto durante la passeggiata con l’amico a quattro zampe.

Non si vede all’orizzonte la rivoluzione dell’ex asilo di via Volturno e l’area resta, almeno per il momento, uno dei “buchi neri” per degrado in pieno centro storico di Lodi. Nel dedalo di piccole vie, che si snodano tra le direttrici di via Gorini e di via XX Settembre, l’immobile che un tempo è stato teatro della formazione dei più piccoli della città è ancora al suo posto, vittima dell’usura e dell’incuria del tempo, ma anche di vandali e incivili. Chiusi tutti gli accessi con pesanti catene e lucchetti, i segni di chi si diverte con le bombolette spray sono ben visibili sui mosaici verdi che decorano la facciata sul lato di via Legnano, sotto ciascuna delle tapparelle in legno ormai stinte dal tempo e camminando poco oltre si riesce anche a scorgere il retro dell’edificio e immaginare il passato, senza riuscire a intravederne il futuro.

Trasferito il nido comunale all’ex Istituto Fanciullezza, l’immobile è stato venduto dal Comune di Lodi e acquistato dalla società Fabo Srl di Lodi, che aveva presentato un piano per nuove case, un parcheggio e negozi al piano terra. Il progetto era stato adottato da Palazzo Broletto nel dicembre 2018, ma poi il piano non ha avuto seguito. Anzi, la stessa società aveva deciso di ritirarlo nell’agosto del 2019.

Quasi un anno dopo, però, ancora non si conosce il destino dell’area, considerato che non è stato presentato un nuovo piano di intervento. E intanto l’erba cresce.

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