Lega e 5 Stelle dimezzati, Fdi vola e il Pd resiste in Lodi città

Ecco la nuova geografia dei voti nel territorio

Mentre praticamente tutti i partiti guardano le cifre con l’amaro in bocca, la squadra di Giorgia Meloni festeggia il “boom” di voti nel Lodigiano e nel Sudmilano: in 4 anni, come dimostrano i dati registrati al collegio della Camera, Fratelli d’Italia è passata dal 3,91 per cento al 30,61. La strategia della Lega, che ha fatto scomparire il Nord dal nome, non ha pagato nè a livello nazionale nè locale, così come non ha pagato il sostegno a Draghi: il Carroccio è sceso dal 28,25 al 13,71 per cento. È evidente che i leghisti scontenti abbiano preferito premiare gli alleati, spingendo per la prima volta una donna sullo scranno più alto: la presidenza del Consiglio. Il voto moderato si è disperso tra Forza Italia, che non riesce a fermare la perdita di consensi (da 14,12 a 8,88 per cento), e Azione (Calenda-Renzi), che in passato non c’era e ora tocca quota 7,84 per cento. Il Movimento 5 Stelle è in picchiata, il 23,86 per cento di quattro anni fa si è assottigliato fino ad arrivare all’8,45.

Sulla cartina geografica del voto è doveroso soffermarsi su due casi in particolare: quello di Sant’Angelo, dove le tensioni nella maggioranza si sono fatte sentire nelle ultime settimane, e quello di Casale, dove si voterà in primavera. La Lega del sindaco Maurizio Villa non può nulla contro la corsa della Meloni, che conquista il 36,01 per cento (contro il 5,21 del 2008) mentre i salviniani si arrestano al 16,40 per cento: il 35,49 per cento del 2008 resta così un lontano ricordo. Il Pd perde circa due punti, scendendo da 14,45 a 12,57 per cento.

A Casale, dove amministra il leghista Elia Delmiglio, i numeri serviranno per future scelte, in vista delle urne. Sulla bilancia il 27,11 per cento portato a casa da FdI, con la Lega al 14,65 per cento. Il “copione” non è comunque tanto diverso a Codogno, terza città a trazione leghista del territorio, con Francesco Passerini al comando. In questo caso il Pd si difende, scendendo dal 21,21 per cento del 2018 all’attuale 19,54, mentre i salviniani scivolano inesorabilmente dall’ormai vecchio 32,19 per cento all’odierno 15,02, e FdI passa dal 3,82 al 26,46 per cento. In nessun caso, in questa tornata elettorale, la Lega è riuscita a ottenere più voti della squadra di Giorgia Meloni, dettaglio che ridefinisce tutti i rapporti di forza. Senza contare che in 41 comuni supera o è pari alla soglia del 30 per cento di consensi. Se si esclude il caso della piccola realtà di Maccastorna, dove FdI è al 40 per cento, balzano all’occhio Pieve Fissiraga (39,36) e i casi di Sant’Angelo, Villanova, Cornovecchio, Corte Palasio dove si raggiunge il 36 per cento.

Il Pd resiste a Lodi città, forse anche perché trainato dall’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Per il resto, FdI “spopola” anche nelle roccaforti dem. Sono pochi i casi, oltre al capoluogo, in cui raggiunge o supera il 20 per cento di voti: Abbadia, Brembio (tallonato però da FdI), Casale, Graffignana, Lodi Vecchio (con la Meloni oltre il 27), Orio Litta, San Martino, Secugnago (26,44), Senna e Tavazzano. I 5 Stelle, dati per morti o per dispersi dai sondaggi, sui tabelloni nazionali hanno incassato con l’ex premier Conte un buon risultato, eppure nell’arco di cinque anni hanno dimezzato i loro voti. Nel Lodigiano i pentastellati non vanno mai oltre il 12 per cento. •

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