Le scuole restano chiuse: i danni sono davanti a noi

L’editoriale del direttore del «Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Nelle ultime settimane all’ospedale di Vizzolo Predabissi sono stati ricoverati sette adolescenti. Presentavano disturbi dell’alimentazione - anoressia e bulimia - che l’ultimo anno di pandemia e di restrizioni delle relazioni sociali ha contribuito a ingigantire o a far emergere. Dalle colonne de «il Cittadino», il direttore del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze dell’Asst di Melegnano Federico Durbano ha denunciato: «A creare disagio negli adolescenti sono lo stress e i ritmi imposti dalla pandemia, l’incertezza delle relazioni tra pari e dei percorsi scolastici: oggi siamo aperti, domani siamo chiusi. E poi a potenziare i problemi ci sono le notizie che arrivano dalle varie fonti sul web, che vengono costantemente rilanciate sui social. Tutto questo aumenta la confusione e la perdita della continuità e del senso del tempo. La linea del tempo è azzerata. Viviamo in un eterno presente».

Sempre attraverso «il Cittadino», la dottoressa Concettina Varango, responsabile del servizio dipendenze dell’Asst di Lodi, ha detto: «La perdita da un momento all’altro delle relazioni sociali ha causato disturbi depressivi e ansiosi. Raccoglieremo nel tempo quello che il Covid ha seminato. Qualche effetto l’abbiamo già raccolto».

Lo psicologo Giulio Costa, una presenza frequente sul nostro giornale, ha aggiunto che la proibizione induce alla trasgressione e oggi i ragazzi vivono uno stato di stanchezza e sono frustrati perché sottoposti a continui sacrifici - dalla chiusura improvvisa delle scuole all’interruzione delle attività sportive - senza che possano scorgere la luce in fondo al tunnel.

Lo scorso sabato il rettore del Collegio San Francesco di Lodi, padre Stefano Gorla, sempre sul nostro giornale, ha contestato duramente la scelta di chiudere le scuole togliendo la possibilità di socializzazione ai bambini e ai ragazzi. E ha aggiunto come, da un lato la diffusione del contagio non avvenga all’interno degli istituti scolastici e dall’altro, in tutta Italia, nel corso degli ultimi mesi i pronto soccorso pediatrici stiano registrando un aumento dell’afflusso di pazienti - ragazzini - che evidenziano segni di autolesionismo. Una denuncia drammatica.

Infine, oggi, diamo conto di quanto segnala la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi: nel corso dell’ultimo anno la dispersione scolastica nel nostro territorio è cresciuta in modo preoccupante. Lo si temeva, oggi ne abbiamo la triste conferma.

C’è n’è abbastanza per dire che la chiusura improvvisa delle scuole decisa dal governo, auspicata dalle regioni e accettata supinamente da molti sindaci è una vera sciagura. Non solo una profonda ingiustizia, è ben di più: stiamo creando danni gravi ai nostri bambini e ragazzi e se fino a qualche mese fa potevamo anche non ascoltare le previsioni preoccupate, oggi iniziamo a toccare con mano le conseguenze concrete. Ed è un dramma.

Per questo non possiamo più restare in silenzio di fronte a questa palese violazione di diritti, che sta già producendo danni reali, lo ribadiamo. Per questo sono inaccettabili le parole del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha definito inevitabile uno dei suoi primi atti, la chiusura delle scuole. Per questo dobbiamo chiedere con forza alle famiglie di farsi sentire. Ma devono alzare la voce anche i sindaci (e bene ha fatto pochi giorni fa il primo cittadino di Massalengo a gridare il proprio disagio), i docenti e i sindacati di categoria. Al primo posto dobbiamo tornare a mettere i più deboli, cioè i bambini e i ragazzi e la loro salute. Tutto il resto viene dopo. Altrimenti ognuno sarà responsabile.

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